Operatore Asm positivo al Covid: scoppia il caso politico

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Lo scorso 20 Luglio 2020, un dipendente di ASM Vercelli sarebbe risultato positivo al coronavirus, ha subito avvisato la direzione dell'azienda, ma  sarebbero passati otto giorni prima che l'informativa giungesse alle rappresentanze sindacali.

Sull'argomento sono giunte in pochi minuti le posizioni dei gruppi di minoranza in seno al consiglio comunale, che hanno reso nota un'interrogazione al Sindaco sulla questione, e il consigliere regionale, presidente della Commissione Sanità, Alessandro Stecco.

L'interrogazione

Nell'interrogazione comunale, dopo aver fatto il punto sulle normative i firmatari osservano: "le Segreterie Provinciali di Vercelli delle tre sigle sindacali presenti in Azienda (Uiltrasporti, FIT-CISL, Fiadel), sostengono in un comunicato che: l'Azienda non abbia rispettato tempestivamente quanto previsto dal Protocollo al punto 4, che prevede, a seguito di un caso conclamato una sanificazione (e non igienizzazione) delle aree comuni, dello spogliatoio e dei mezzi in dotazione al dipendente risultato positivo al tampone.

Viene inoltre sostenuto, a differenza di quanto dichiarato da ASM Vercelli, che alcuni dipendenti siano stati a stretto contatto con il soggetto positivo, tanto da sostenere di aver paura e voler effettuare un tampone".

Le domande di rito rivolte al Sindaco sono: le seguenti

"1) Se e in che modo Asm spa abbia informato di tali fatti il Socio Comune di Vercelli;

2) Quali siano state le valutazioni e deduzioni formulate dal Comune di Vercelli in merito a detta eventuale informativa;

3) Quali interlocuzioni siano occorse tra il Comune di Vercelli e i componenti del Consiglio di Amministrazione di Asm spa di nomina comunale;

4) Se il Sindaco e la Giunta abbiano preso visione del comunicato diramato dai Sindacati;

5) Se il Sindaco e la Giunta abbiano esperito i necessari approfondimenti presso l’Asl di
Vercelli;

6) Se l'Amministrazione abbia contezza di quale tipo di protocollo abbia avviato Asm spa una volta venuta a conoscenza del caso in questione."

Hanno sottoscritto il documento: Paolo Campominosi, Andrea Conte, Roberto Scheda, Michelangelo Catricalà, Alberto Fragapane, Maura Forte, Carlo Nulli Rosso, Michele Cressano, Manuela Naso, Alfonso Giorgio, Alberto Perfumo, Renata Torazzo

L'intervento di Stecco

Sull'argomento è, come detto, anche intervenuto Alessandro Stecco.

“Il tracciamento attivo dei contatti Covid è assolutamente fondamentale per contenere i contagi che possono derivare dalla vicinanza a una persona positiva - dichiara il leghista - ed è fondamentale la massima attenzione da parte di tutti i Sisp delle Asl regionali affinché il sistema delle interviste telefoniche e indagini epidemiologiche per definire un soggetto come “contatto stretto” di ambito familiare e anche non-familiare, come nei casi dei luoghi di lavoro, funzioni al meglio. Ho scritto inoltre all’Asl di Vercelli chiedendo di verificare anche il percorso del recente caso assurto alle cronache presso Asm, l’azienda multiutility partecipata dal comune di Vercelli”.

“È fondamentale - continua il dott. Stecco - che tutti i passaggi previsti dall’ottima e innovativa DGr 31 dell’assessorato alla Sanità, costruita per monitorare e tracciare gli accadimenti nella fase 2 sulla base anche del parere degli esperti del gruppo di lavoro per il potenziamento della sanità territoriale, vengano eseguiti e verificati dalle direzioni dei Sisp, dei dipartimenti di Prevenzione e dalle Direzioni Aziendali.”

“In questo ambito rientrano anche i contatti lavorativi ed è bene che ciò sia chiaro anche alle aziende, oltre alle Asl per le quali il percorso prevede che si proceda a identificare i contatti del soggetto positivo tramite un’indagine epidemiologica da eseguirsi in breve tempo e selezionare le persone da sottoporre a un’intervista telefonica. Sarà in base all’esito di quest’ultima che si deciderà di ritenere il soggetto “contatto stretto” o meno (non è automatico esserlo) e sottoporlo quando ritenuto tale a isolamento fiduciario e tampone”.

 

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