Le crisi industriali

Salviamo il lavoro: in tanti alla manifestazione sindacale

Da piazza Cavour un invito al tutte le istituzioni ad agire subito per il rilancio del territorio.

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E' un momento difficile per tutti ma ancor di più per i lavoratori e a Vercelli ancor di più. Tante le situazioni di crisi non solo Cerutti, rappresentanti sindacali e lavoratori si sono alternati a portare le loro testimonianze di crisi aziendali, di incertezze e sofferenza. Da Cgil, Cisl e Uil si è levata forte una richiesta "Prolungamento degli ammortizzatori sociali e dello stop ai licenziamenti", questo per l'emergenza Covid, ma poi ci sono situazioni tutte vercellesi che richiedono attenzione e soprattutto un progetto che metta insieme i vari attori e che coniughi esigenze diverse, dalla formazione dei lavoratori, alla sicurezza, dai piani industriali credibili al superamento della precarietà. Tutte sfide sul tappeto.

Il commento di Roberto Bompan - Segretario Cisl Vercelli

Il vercellese vive una situazione di estrema difficoltà a causa di una crisi che sembra non finire mai. Nonostante piccoli segnali di ripresa legati per lo più alla filiera della logistica e  all’e-commerce, il territorio continua a subire sferzate occupazionali durissime che sono state acuite ulteriormente dalla pandemia.

La situazione rischia ora di prendere una deriva non più accettabile. Non affrontarla con i giusti mezzi rischia di danneggiare irrimediabilmente la già fragile situazione. Cgil –Cisl –Uil presentano oggi questa loro profonda preoccupazione alla Politica e alle Istituzioni del territorio che devono intervenire al più presto. Per la verità la Cisl ha presentato in più occasioni anche sue proposte, volte a stimolare quanti hanno potere decisionale, ma le idee evidentemente hanno bisogno di camminare sulle gambe delle persone e non rimanere nei cassetti.

Il rilancio delle istituzioni

Il tema centrale di quanto ci sta a cuore passa innanzitutto dal rilancio delle Istituzioni preposte alla Formazione. Non potrà esserci infatti stabile progresso economico, senza un adeguato sviluppo di competenze e conoscenze. Un obiettivo è stato quello di puntare sulle infrastrutture che possono favorire il Turismo. Tutti condividono altresì l’idea che oltre l’occupazione, anche la salute e la sicurezza dei cittadini debbano essere perseguite attraverso una rinnovata attenzione verso l’Ambiente.

Far convergere formazione e ambiente

L’idea è quella dunque di far convergere Formazione e Ambiente fino ad arrivare ad un “Patto territoriale per il turismo”, ma, per ora, ancora nulla si muove. La Cisl del P.O. nel 2017 ha realizzato a Vercelli un importante convegno su questi temi, che potevano far parte di un Piano strategico concreto e sostenibile, ma chi avrebbe potuto attivarsi non lo ha fatto. La Cisl ritiene che la filiera del “Turismo Lento”, collegata ad esempio alla riqualificazione degli argini dei nostri fiumi e dei nostri canali di irrigazione, possa essere volano per nuova occupazione.

Progetti peraltro già sostenuti all’epoca da “Ovest-Sesia per la realizzazione di una Pista Ciclabile sul Canale Cavour e dal Politecnico di Milano col “Progetto VenTo”, ciclovia turistica nazionale lungo il fiume Po, da Venezia a Torino (www.progetto.vento.polimi.it). Un altro investimento fondamentale ed inderogabile, utile all’ambiente, all’occupazione e alla sicurezza territoriale, riguarda la Bonifica e il Decommissioning dei nostri siti nucleari di Trino e Saluggia, da cui deriverebbero notevoli vantaggi sul piano occupazionale ed ecologico. Attività di rilievo di profilo nazionale che parlano di una eredità ambientale ed industriale importante, bloccata da decenni e mai risolta, per la quale serve formare maestranze e competenze anche di alto profilo, in sinergia anch’esse con la scuola, la formazione professionale, l’università e la ricerca, ma alla fine ancora nulla!

Mancano coraggio e volontà politica

Le idee ci sono, i soldi pure, manca quindi il coraggio, la volontà politica e la capacità di spendere quanto serve, come per i Fondi europei a disposizione per molte cose, che troppo spesso fatichiamo ad utilizzare. Non possiamo più attendere! Il sindacato ha cercato di fare la sua parte ormai siamo al punto che  la gente non ce la fa più. L’assenza di politiche concrete di rilancio rischia seriamente di compromettere la tenuta sociale. Dai buoni propositi occorre ora passare ai fatti, e per questo chiediamo un confronto urgente, serio e concreto sui progetti e le idee che possono far fare finalmente al territorio un salto di qualità.

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