Vercelli macabra: mucchi di ossa nelle cantine

Ancora oggi in alcuni sotterranei del centro storico ci sono sterminati ossari, di appestati e soldati morti nelle tante guerre vercellesi.

Vercelli macabra: mucchi di ossa nelle cantine
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Ancora oggi in alcuni sotterranei del centro storico ci sono sterminati ossari, di appestati e soldati morti nelle tante guerre vercellesi.

Da un servizio di alcuni mesi fa sul cartaceo proponiamo due puntate sulla Vercelli macabra. Non si tratta di dicerie o presunte messe nere o misteri di oggi, ma di verità storica ben documentata.

Per entrambe le puntate dobbiamo molto a Dario Gaviglio e al suo team del Centro Studi Vercellae – Gapo, da mezzo secolo a guardia dei nostri tesori sotterranei o meno.

La prima puntata è dedicata alla “città delle ossa”. Cantine e sotterranei del centro storico ancora oggi ospitano immensi ossari che si trovano di preferenza nelle vicinanze delle chiese.

«Vercelli - commenta Gaviglio - ha una presenza di resti umani superiore alla media in quanto, dal XII secolo in poi, è stata percorsa da soldataglie di ogni sorta ed essa stessa muoveva guerra ai vicini. Abbiamo combattuto anche contro Federico Barbarossa, con la Lega Lombarda (fine del XII secolo). Poi Vercelli fu al centro delle contese fra Spagna e Francia, ora da una parte ora dall’altra… subì diversi assedi. Nel XVI e XVII secolo ci furono un sacco di scontri, sortite, massacri... I cadaveri venivano ammucchiati in fosse comuni. Alle battaglie si aggiungevano le pestilenze, come nel 1354 e nel 1630».

Nel XIII secolo Vercelli era una città importante, si stima potesse avere una popolazione di 100.000 abitanti, dopo guerre, con conseguente fuga di cittadini, e pestilenze e pure forti tasse, la popolazione scese prima a 30.000, poi 20.000, per ridursi nel corso del XVII secolo a soli 5.000, Dunque di defunti sotterrati entro le mura ce ne sono decine di migliaia. In epoca Romana c'erano le necropoli e dunque un certo ordine che si perse poi dopo la caduta di Roma. Vercelli pare non lasciarsi mancare nulla… dal XIII secolo poi è coinvolta nel conflitto fra Guelfi (che tenevano le parti del Papato) e Ghibellini (sostenitori degli Imperatori), più avanti è contesa tra i Marchesi del Monferrato, I Visconti, i Gonzaga e naturalmente i Savoia… cambiando di padrone più volte.

Ma torniamo ai resti riprodotti nella foto e a cosa ci possono raccontare.

«Qualche rilievo preliminare abbiamo potuto farlo, sempre informandone le autorità preposte - spiega Gaviglio - la complicazione ulteriore sta nel fatto che, in epoche successive, i resti sono stati spostati e mischiati… appestati con soldati morti… Per quello che abbiamo potuto capire sono prevalentemente resti maschili. L’uomo del teschio è un militare ucciso da un colpo di mazza ferrata o da un devastante fendente di sciabola, altri hanno il foro di un proiettile in fronte. Le nostre per ora sono supposizioni: pensiamo che il mucchio di ossa della foto sia risalente ai fatti bellici del XVII secolo e, probabilmente, molti dei morti sono napoletani… perché gli Spagnoli li arruolavano in quantità».

Un capitolo a parte riguarda i condannati a morte. Le esecuzioni avvennero a Vercelli fin oltre la metà dell’Ottocento, ma questo è l'argomento della seconda parte che uscirà a breve.

 

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