Cultura

Presentazione di “Dolce acqua” in biblioteca a Varallo

Appuntamento sabato 11 maggio

Presentazione di “Dolce acqua” in biblioteca a Varallo
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Sabato 11 maggio 2024 alle 11, a Palazzo Racchetti sede della Biblioteca di Varallo, verrà presentato il romanzo: “Dolce acqua”, pubblicato da Garzanti, scritto da Laura Martinetti, architetto che vive e lavora a Torino e Manuela Perugini, avvocato, di origine torinese, ma che vive e lavora a Milano.

Sacro Monte e Baraggiolo

Nel romanzo un ampio spazio è riservato a Varallo, al Sacro Monte e al Baraggiolo, diventato “Baraggio” nella finzione letteraria, un posto con un’anima, poiché Laura l’ha vissuto da bambina e ha deciso di rimanere lì per tutta la vita. Giulia ci andava per passare le estati da zia Laura, così quella era la casa d’infanzia che aveva visto crescere anche lei. L’epopea familiare di due famiglie, percorre tutto il Novecento, “fluisce” tra le pagine: in “Dolce acqua” si parla del fiume Sesia, del lago di Bracciano, del mare della Versilia. L’acqua ricorda il fluire della vita: la dolce acqua è quella dove ci si può immergere senza paura, ma è anche il simbolo delle storie che si intrecciano, quella di Laura e Giulia, quella di Stefania e Anna. Il libro affronta amori e sentimenti profondi, mancanze, tempo, il rapporto tra madre e figlia e tra padre e figlia, l’amicizia, definita da Laura Martinetti un rapporto che può fiorire in ogni luogo: “E’ un incontro fortunato tra anime affini. Non conosce età, genere né ceto sociale”.
Una delle più antiche immagini del Baraggiolo è rappresentata da un acquarello su carta, realizzato da Giuseppe Pietro Bagetti, che oggi fa parte della collezione di dipinti del Museo Nazionale di Versailles, intitolato: “Combattimento presso Varallo”. Il dipinto ricorda la battaglia combattuta fra i volontari della “Legione Italica”, guidata dal generale Giuseppe Lechi e i soldati austriaci di presidio del principe Victor de Rohan. Un combattimento di modeste proporzioni, ma di grande importanza per il suo significato patriottico, perché fu la prima vittoria conseguita da italiani posti da soli di fronte agli Austriaci. Il Bagetti era al seguito della Legione Italica e dalla sponda destra del Sesia ritrasse la piana del Baraggiolo: sul poggio al centro del dipinto si vede il Sacro Monte e sullo sfondo si intravede la Collegiata di San Gaudenzio.
Questa località alle porte di Varallo per coloro che scendono da Alagna, è oggi caratterizzata da un pittoresco ponte sospeso. Il fatto di non avere pile nell’alveo è una caratteristica importante per la sicurezza del manufatto, oltre che per la sua economicità. Nell’Ottocento in Valsesia esistevano ben otto ponti sospesi, il ponte del Baraggiolo, che appartiene alla tradizione dei ponti piemontesi, che sono direttamente collegati alla evoluzione della tecnica in territorio francese, però è una struttura ancora oggi privata. Nel 1983 si sostituirono le gomene con le funi di sospensione della funivia del Sacro Monte che aveva cessato l’attività.
La storia delle vicende e della tecnica costruttiva adottata sono state ricostruite nella tesi di Maurizio Maderna, che si laureò nel 2003 al Politecnico di Milano con una tesi intitolata: “Il ponte sospeso del Baraggiolo. Analisi strutturale tra storia della tipologia e realtà ottocentesca in Valsesia”.
Il 3 dicembre 1884 Lorenzo Fuselli e Pattarelli Margherita, sua moglie, acquistarono le terre del Baraggiolo, una piana sulla sponda destra del fiume incuneata tra due anse del Sesia, che si spinge fino ai fianchi del Monte Pizzo, dal Marchese Luigi D’Adda Salvaterra per ottomilatrecento lire: “Unitamente col diritto di tenere la barca nel torrente Sesia”.
L’anno dopo, nel settembre 1885 iniziò l’iter progettuale richiesto per la costruzione del ponte che collegasse San Giovanni, oggi strada provinciale di Alagna, e la regione del Baraggiolo, dove c’erano alcune case ed un “taragn”, tipica abitazione valsesiana con il tetto di paglia. Nel 1890 terminò la costruzione del ponte progettato dal Geometra Angelo Longhetti, il più slanciato e il più sottile dei ponti sospesi valsesiani, ma il ponte costruito fu un altro, diverso da quello disegnato dal Longhetti.
Oltre al ponte c’era la storica Osteria del Baraggiolo, gestita dalla famiglia Fuselli, Enrico e Rosa, che ancora oggi reca in facciata una grande targa: “L’Associazione dei superstiti delle patrie battaglie di Varallo festeggiava qui la sua prima riunione, il dì 29 marzo 1890”. Nell’ampio prato fu costruito il primo campo di calcio del Varallo nel 1910.
Con la morte di Laura Fuselli, il 1 settembre 1982, che, dopo la scomparsa della sorella Elda da tempo ammalata, avvenuta il 16 febbraio 1961, aveva continuato a gestire da sola l’Osteria, si chiuse un’epoca.
Nel 2013, morì Dirce, “l’ultima dei Fuselli”, attenta custode delle memorie della famiglia, innamorata del Baraggiolo, in cui riuscì a tornare, e dove oggi abitano ancora suo figlio Evio e la moglie Claudia: la storia del Baraggiolo continua attraverso le Persone che lo amano e quel luogo, unito al mondo - o separato? - da un elegante ponte, non ha mai perso il suo fascino.

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