Il lungo viaggio

Paolo Ravera: il globe trotter vercellese è tornato a casa

Aveva programmato di recarsi in Nuova Zelanda senza usare aerei, sorpreso dalla pandemia a un passo dalla meta.

Paolo Ravera: il globe trotter vercellese è tornato a casa
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Nella foto grande Ravera nella sua tappa a Shangai con un'amica vercellese.

Dopo circa tredici mesi di viaggio alla scoperta di paesi nuovi e di altri che ha rivisto con molto entusiasmo, Paolo Ravera rientra nella sua cara ed amata Vercelli. Sono state 34 le «Cartoline dal mondo» che su Notizia Oggi Vercelli hanno punteggiato l’avventura verso la Nuova Zelanda del concittadino: una carrellata di curiosità ed esperienze davvero straordinarie.

"Spiaggiato" dal Covid alle Isole Fiji

L’avevamo lasciato nell’arcipelago delle isole Fiji, costretto ad prolungata ed obbligata sosta a causa della pandemia; lo ritroviamo ora a casa dove è arrivato da circa dieci giorni. Dalla sua dimora racconta ancora qualche aspetto particolare di questa sua lunga ed entusiasmante esperienza.

«Solo negli ultimi dieci giorni in cui mi trovavo in Australia – racconta Ravera - ho iniziato ad avere una percezione diretta della presenza del virus. Prima di quel periodo le notizie relative a questa problematica mi pervenivano solo dall’Italia. Sono rimasto bloccato per oltre un mese sulle isole Fiji che inizialmente mi erano sembrate il luogo più sicuro e facilmente raggiungibile dall’Australia per attendere che rientrasse l’allarme Coronavirus. Speravo che questo fenomeno da quelle parti del mondo, essendoci su tutto l’arcipelago solo cinque casi, si risolvesse in breve tempo. Per contenere l’epidemia il governo dell’isola ha invece deciso di chiudere l’aeroporto internazionale impedendomi di proseguire il mio viaggio e di raggiugere la mia meta originaria: la Nuova Zelanda. Devo comunque precisare che il viaggio mi ha decisamente accresciuto interiormente: sono tornato a casa con un bagaglio culturale notevolmente arricchito.

Un rientro complicato

Il rientro in Italia è stato possibile grazie ad un volo speciale organizzato dalla Comunità Europea in quanto l’aeroporto internazionale delle Fiji rimarrà chiuso probabilmente fino al mese di agosto e quindi i voli di linea soppressi. Il viaggio di per sé non è stato problematico per quanto riguarda i controlli sanitari, ma purtroppo ho avuto un inconveniente burocratico alla dogana di Sidney relativo al visto per risolvere il quale è tempestivamente intervenuta la nostra ambasciata alla quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Da Sidney, ho fatto scalo a Doha, in Qatar, da qui sono stato imbarcato su un altro volo con meta Roma Fiumicino, per poi arrivare su Milano Malpensa. La cosa incredibile è che durante tutto il viaggio e i vari scali sono stato sottoposto esclusivamente ai controlli doganali e cioè a quelli di ordinaria amministrazione. Francamente mi sarei aspettato qualche accortezza in più come la misurazione della temperatura corporea e l’uso in volo della mascherina da parte dei passeggeri, ma solo sul volo nazionale ci hanno obbligato ad indossarla. I voli intercontinentali erano praticamente vuoti, mentre quello nazionale era pieno per metà probabilmente dovuto al protocollo anti-covid.

Quando sono arrivato a Vercelli, ho subito avvisato l’ASL del mio ritorno ed attualmente sono sottoposto a quarantena fiduciaria che durerà due settimane. Purtroppo. non avendo la possibilità di uscire da casa le impressioni dirette sulla situazione in città devo rimandarle a più avanti. Attualmente posso solo avere dei racconti telefonici dagli amici e parenti che mi stanno descrivendo una situazione decisamente critica causata dal prolungato lockdown e dalle norme sanitarie che sta mettendo a dura prova tutto il tessuto sociale e produttivo. Una chiusura così lunga delle attività produttive ha creato una situazione pesante dalla quale necessita uscire al più presto».

Tanti i ricordi

Ravera nel tempio buddhista di  Langmusi in Cina.

Il viaggiatore vercellese in una località dell'Uzbekistan.

Sono moltissimi i ricordi che Paolo ha di questa esperienza di vita: «Terrò sicuramente nel mio cuore i tantissimi ricordi – continua Paolo - di quest’ultimo anno con tutte le persone incontrate e i luoghi visitati. Una delle cose che mi ha sorpreso maggiormente durante tutto il viaggio è l’aver sempre incontrato tutte brave persone che non mi hanno mai creato alcun tipo di problema. È stata una grande sorpresa su un percorso così lungo trovare tante persone così diverse le une dalle altre che mi hanno però sempre accolto con calore e cordialità, facendomi sempre sentire come un ospite gradito».

Luca Degrandi

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