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Il "Drapò": raffigura l'anima del Piemonte

Il vessillo della Regione assomma identità del territorio ed Europa dei popoli.

Il "Drapò": raffigura l'anima del Piemonte
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Identità ed Europa dei popoli: nel Drapò c’è l’anima del Piemonte

Da un lato l’affermazione dell’identità del Piemonte; dall’altro, un simbolo che unisce i popoli europei e che supera i rigidi confini nazionali. Il Drapò, la bandiera della nostra Regione, racchiude in sé le due anime che caratterizzano da sempre il nostro territorio: forti radici, antiche tradizioni, consolidate usanze, ma anche una straordinaria apertura verso l’internazionalizzazione, la capacità economica, politica e industriale a livello globale.

Perché la croce del Drapò rinsalda l’unità europea tra i popoli, lo scudo sabaudo associa automaticamente i due versanti alpini ed è un collante tra genti unite da almeno un millennio, separate geograficamente soltanto nel 1860. Anche per Nizza e il Nizzardo, non solo per la Savoia, lo scudo sabaudo era un simbolo fondamentale d’appartenenza.

L'adozione risale al 1984

L’adozione dello stemma e del gonfalone attuali da parte della moderna e democratica Regione Piemonte risale al 1984, quella della Bandiera al 1995. Il Consiglio regionale ne ha approvato l’adozione e la disciplina per l’utilizzo e l’esposizione. Li ha scelti con l’intento di fornire alla Regione gli emblemi in cui tutti i diversi orientamenti politici rappresentati all’interno dell’Assemblea potessero rispecchiarsi in modo ideale.

Si tratta d’un emblema antichissimo, che risale alle vicende di Casa Savoia, fin dall’agosto 1424, quando il Duca Amedeo ottavo investì il primogenito del titolo di Principe di Piemonte per arrivare all’aprile 1796, con la proclamazione, sull’onda della spinta rivoluzionaria diffusasi in Francia, della Repubblica d’Alba da parte dei giacobini. Venne issato in prima linea sui campi di battaglia e durante l’assedio di Torino del 1706, sventolò sulla Torre Civica di San Gregorio e nella battaglia dell’Assietta del 1747.

Descrizione e storia

La croce è bianca su sfondo rosso, colore considerato dagli studiosi il più nobile del blasone. La bordura era ed è azzurra: l’azzurro Savoia, dal quale deriva il colore delle maglie delle nazionali sportive italiane. A sormontare lo scudo, il simbolo araldico che indicava la primogenitura del Duca di Savoia, il “lambello”. La figura araldica, dello stesso azzurro che contorna la bandiera, è composta da un listello orizzontale, a forma di corona rovesciata, dal quale pendono tre gocce stilizzate di forma trapezoidale. I lambelli erano nastri usati come decoro dei cavalieri, nei tornei medievali. Il nome deriva da un antico vocabolo gallico, “label”, un nodo di cordelle che si attaccava dietro e distingueva i padri dai figli, accomunati dallo stesso stemma.

Veniva portato sia dai cadetti, sia dai primogeniti sino a che il padre era in vita. Il primogenito dei Savoia portava il lambello e perciò venne inserito nello stemma, trasformatosi secoli dopo nella bandiera del Piemonte.

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