Giornate Fai: alla scoperta dei gioielli vercellesi

Una passeggiata nel Rinascimento vercellese, tra gli affreschi di Gaudenzio, Lanino e Giovenone

Giornate Fai: alla scoperta dei gioielli vercellesi
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Giornate Fai nel fine settimana di Vercelli

Giornate Fai: programma da non perdere

Fine settimana con le giornate FAI di Primavera 2018, motivato dalla splendida mostra proprio su Gaudenzio Ferrari che verrà inaugurata nel pomeriggio di venerdì 23 marzo in Arca – chiesa San Marco, Vercelli. (Alla mostra su Gaudenzio saranno dedicate ai soci FAI anche visite esclusive di cui si darà indicazione dopo le Giornate di Primavera). In occasione della 26esima edizione delle Giornate Fai di Primavera, la Delegazione di Vercelli aprirà un itinerario che troverà piena realizzazione grazie al sostegno di volontari e grazie al Gruppo Giovani Fai Vercelli di nuova costituzione. Tutti i volontari adulti, giovani FAI e apprendisti ciceroni (gli studenti degli I.I.S. Lagrangia e Avogadro) hanno dedicato tempo, energia e passione all’individuazione e alla definizione dei percorsi individuati dai consiglieri FAI Beatrice Audrito, Carla Barale, Milly Cometti, Chiara Dalmasso, Daniele De Luca, Manuela Leporati, Laura Manione, Paolo Pomati che hanno lavorato in stretta sinergia con il Capo delegazione, Paoletta Picco. “La Delegazione di Vercelli – dice quest’ultima – rivolge un grazie sentito a Comune di Vercelli (per l’apertura del restaurato Palazzo Centori), all’Arcidiocesi (per l’apertura delle chiese di San Cristoforo, San Giuliano e della Pinacoteca arcivescovile) e a Luca  e Marianna Zanoni (per l’apertura della dimora che insiste nell’area delle antiche case Centori)”. Eguale sentito ringraziamento dalla Delegazione vercellese anche agli sponsor vercellesi (Riso Margherita, RBV 2.0, In Lungo & In Largo, Raimondo e Piero, Mazzeri Assicurazioni) che, unitamente a quelli nazionali, hanno deciso di sostenere le Giornate FAI di Primavera 2018.

Queste le aperture FAI  a Vercelli nelle giornate di sabato 24 e domenica 25 marzo

CHIESA DI SAN CRISTOFORO, via San Cristoforo, Vercelli (sabato orario 10-12, 14.30-17¸ domenica 14-16.30)

 

 

Di origini molto antiche ( XII secolo) edificata tra il 1138 ed il 1149 poi abbattuta e riedificata nel 1515.  Poco più tardi, sul finire del secondo decennio del Cinquecento, Gaudenzio Ferrari venne incaricato di ornare la chiesa. Le opere di Gaudenzio Ferrari sono ascrivibili al periodo compreso tra il 1529 ed il 1534. Nel 1568  la chiesa passò ai Barnabiti. Questi ultimi vi rimasero fino al 1800, anno segnato dalle soppressioni napoleoniche. Durante l’amministrazione dei Barnabiti, nel corso del Settecento la chiesa venne rimaneggiata su progetto di Michele Nervi. Inoltre, di questo periodo si citano in particolar modo le decorazioni delle volte a trompe-l’oeil, ad opera dei quadraturisti settecenteschi Bianchi e Giovannini. Nel 1801 la vicina parrocchia di San Giacomo venne trasferita nella chiesa di San Cristoforo. Le volte sono state affrescate e decorate nel Settecento dai fratelli Giacomo Antonio e Antonio Francesco Giovannini e da Francesco Maria Bianchi. In controfacciata spicca l’imponente cantoria lignea con organo a canne. L’organo risale al 1756, collocato da Liborio Grisanti di Asti in sostituzione di quello precedente del 1737. Lo strumento venne restaurato e rimaneggiato nel 1901. I confessionali lignei risalgo al Settecento ed il pulpito venne scolpito da Matteo de Gaspardis nel 1756. La chiesa San Cristoforo viene definita anche come “la cappella Sistina del Piemonte”.

PALAZZO CENTORI, corso Libertà, Vercelli (sabato 10-13; 14-18, domenica 10-13; 14-18)

 

Realizzato nel XV secolo è considerato il più bel monumento laico del Rinascimento vercellese. Dimora della famiglia patrizia dei Centori ha conservato lo straordinario cortile interno in stile bramantesco unico esempio in Piemonte. La corte rettangolare è formata da dieci colonne che sorreggono archi a tutto sesto; il loggiato sovrastante ha doppio numero di colonne e medesimi archi. Su di questi poggiano i pilastri che sorreggono la volta. Suggestivo l'apparato decorativo, in particolare la decorazione a fresco posta tra gli intradossi e i timpani, espressione della cultura umanistica del tempo. Le arcate sono profilate da risalti in terracotta e sotto il parapetto vi è un cornicione anch'esso in terracotta. Tra un'arcata e l'altra sono affrescate teste di imperatori mentre i due fregi, tra un piano e l'altro, presentano motivi mitologici. Dopo secoli di declino il palazzo venne acquistato dal Comune ed interamente restaurato tra il 1929 e il 1934. Fu Carlo Nigra che progettò la facciata in stile quattrocentesco mentre Carlo Cussetti con metodo ricostruttivo restaurò le superfici affrescate. Il restauro più recente si è concluso nel 2017.

CASA ZANONI, via Giovenone 4, Vercelli (solo sabato 24 dalle 15 alle 18 e solo per i soci FAI su prenotazione alla e mail: vercelli@delegazionefai.fondoambiente.it con entrata di max 10 persone alle 15; 15.30; 16; 16.30; 17; 17.30)

Dietro Palazzo Centori sarà possibile ammirare la decorazione a grottesca di casa Zanoni, una a casa privata facente parte delle cosiddette antiche case Centori, restaurata qualche anno fa dai giovani proprietari e aperta occasionalmente per le GFP 2018. Della dimora, acquistata e restaurata dai proprietari qualche anno fa, verrà aperta una stanza al primo piano che aggetta sul ballatoio interno. Intatti, nonostante i rimaneggiamenti settecenteschi, la controsoffittatura lignea e il fregio sottostante che decora le quattro pareti la cui tecnica esecutiva è una grisaille grigio azzurra che prende risalto da un blu intenso. A livello congetturale - spiegano gli esperti e in modo particolare Massimiliano Caldera - si puo' pensare che sulla parete occidentale, la più deteriorata,  l'affresco rappresenti l'episodio iniziale delle storie di Minosse e Teseo. Queste ultime, dal punto di vista stilistico si richiamano apertamente alla decorazione di un'altra casa cinquecentesca vercellese, Casa Alciati, e al cortile interno del vicino palazzo Centori di cui sono lo sviluppo. 

SAN GIULIANO, via Foa angolo corso Libertà, Vercelli (sabato 10-13, 14-18; domenica 10-13; 14-18)

Situata all’angolo tra via Foa e corso Libertà, proprio dirimpetto a Palazzo Centori, vanta antichissime origini. La  tradizione vuole che proprio in questa chiesa, nel IV secolo, Sant’Eusebio, proto vescovo del Piemonte, abbia trovato rifugio quando venne perseguitato dagli ariani. Sempre secondo la tradizione, si narra che la chiesa venne restaurata nel IV secolo per volere di San Giulio d’Orta, il quale la dedicò a San Giuliano, vescovo e martire del I secolo d.C., in onore di suo fratello diacono, che aveva appunto nome Giuliano. In un documento datato 11 novembre 1185 la chiesa viene nominata come parrocchiale. La chiesa sorgeva appena fuori il centro cittadino e, per questo motivo, venne spesso rovinata dai barbari. Nel cerimoniale del vescovo Sant’Alberto, datato 1185, si evince che questa era la chiesa presso la quale, durante la cerimonia di investitura del nuovo vescovo, questi deponeva la cappa episcopale ed indossava gli abiti pontificali, per poi dirigersi in corteo verso la chiesa di Santa Maria Maggiore e la cattedrale di Sant’Eusebio. La tradizione si mantenne anche quando la chiesa venne inserita all’interno della città fortificata, con l’ampliamento delle mura cittadini. Da un documento del 1451, invece, si apprende la tradizione dei parrocchiani di eleggere il nuovo parroco. La chiesa,  interessata da diversi restauri nel corso dei secoli, conserva pregiati affreschi cinquecenteschi ad opera di Giovenone e Lanino. Inoltre vengono attribuisce con certezza a Giovenone sei figure dipinte ad affresco poiché cita come fonte uno scritto del Cusano, nel quale si afferma la commissione delle medesime da parte di Geronimo e Gian Paolo Cusano. La decorazione delle volte, invece, risale al XVIII secolo. Sopra all’altare maggiore si conserva “L’Adorazione dei Magi” e sopra all’altare della navata laterale sinistra “La Risurrezione di Cristo”. Entrambe le opere risalgono al XVI secolo e risentono fortemente dell’influenza gaudenziana e laniniana.

PALAZZO ARCIVESCOVILE, piazza D’Angennes 5, Vercelli (sabato 24 dalle 15 alle 17 con partenza turni visita alle 15, 15.45 e 16.30 per max 20 persone a gruppo e prenotazione via  e mail a: vercelli@delegazionefai.fondoambiente.it

Nel Palazzo Arcivescovile che ha seguito, nei secoli, le vicissitudini della Cattedrale di S. Eusebio e da recenti restauri sono emerse le testimonianze di molte fasi architettoniche e decorative. Il primo piano ospita oggi, oltre alla residenza vescovile, la Sala del Trono, la Sala della Croce e la Pinacoteca che si snoda tra le stanze dell’Appartamento Savoia, la Biblioteca dei Vescovi e la Sala Verde.  L’attuale conformazione della Pinacoteca Arcivescovile risale al dicembre del 2013 e vede l’ allestimento in ordine cronologico delle tavole.

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