Cultura

"Dalla Resistenza alla Costituzione, ieri e domani” a Borgosesia

Incontro promosso dall' Anpi

"Dalla Resistenza alla Costituzione, ieri e domani” a Borgosesia
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"Dalla Resistenza alla Costituzione: ieri e domani”: il 13 agosto 2024 il Professor Gianfranco Pasquino, è tornato in Valsesia, a Borgosesia, ospite del Centro Studi “Giovanni Turcotti”.

Incontro promosso da Anpi

 

L’incontro è stato promosso dalle ANPI di Borgosesia e di Quarona, perché come ha spiegato Sandro Orsi, Presidente ANPI di Borgosesia: “In questo momento storico sentiamo minacciati i valori e i contenuti della Costituzione”. Il tema per importanza e vastità era tale da attrarre un pubblico numeroso ed attento.
Gianfranco Pasquino, Professore Emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna, intellettuale, politologo, Senatore della Repubblica dal 1983 al 1992 e dal 1994 al 1996, editorialista per Il Sole 24 Ore, la Repubblica e l'Unità, che si definisce: “Europeo, nato a Torino”, ha iniziato il suo intervento sottolineando che nessuna Costituzione può essere analizzata e interpretata in maniera illuminante e convincente se non la si colloca nel suo contesto politico. La Resistenza non fu solo attività armata, ma fu preceduta da un vivace dibattito tra coloro che si opponevano al fascismo e si chiedevano che cosa si sarebbe fatto dopo, superato il fascismo, per costruire un’Italia diversa: “La Resistenza fu più guerra di popolo di quanto lo sia stato il Risorgimento, trasversale alle stesse classi sociali, anche se limitata alle regioni dalla Toscana al nord”. Soffermandosi sul concetto di “consenso” è emerso che quello al fascismo non fu “maggioritario”, perché esistette sempre quella “zona grigia” di chi non prendeva posizione in attesa dell’evolversi degli eventi, mentre: “Nel caso dei nazisti il consenso era enormemente superiore”. L’8 settembre 1943 non fu la “morte della patria” come sostiene Ernesto Galli Della Loggia, ma la premessa per la costruzione di una patria diversa. L’Assemblea Costituente era formata da persone che si scambiavano ed integravano le rispettive conoscenze, e, come scriveva Calamandrei, elaborarono una “Costituzione presbite”, che guardava lontano, prodotto di una riflessione giuridica fortissima. Pasquino ha ribadito che una democrazia si regge su un rapporto tra istituzioni importanti, come equilibrio tra Governo e Parlamento, dove la figura del Presidente della Repubblica funge da trait d’union: “Le istituzioni italiane sono flessibili e adattabili, capaci di rispondere alle crisi”, quindi: “E’ il caso di cambiare questa democrazia parlamentare? Meglio di no, grazie”.
Pasquino nel suo libro: “La Costituzione in trenta lezioni”, fulminei saggi sulle idee che hanno dato corpo e vita alla Costituzione, scrive: «Chi volesse concludere su una nota positiva l’analisi dei più di settant’anni vissuti dalla Costituzione italiana – attraversati da insistenti critiche e da richieste di attuazione completa, di ritorno al testo, di riforme più o meno ben congegnate – potrebbe limitarsi a notare che la Costituzione repubblicana è viva e vitale. Ha rivelato di essere pluralista, progressista e, aggettivo scelto da Calamandrei, presbite, cioè naturalmente più adatta a guardare lontano. Il cuore dei diritti continua a pulsare incessante con una vitalità incomprimibile e i nervi, cioè le regole e le istituzioni portanti della democrazia parlamentare, funzionano, anche se azionati da classi politiche la cui preparazione è significativamente scemata nel corso del tempo e non promette di crescere nel futuro prossimo».
Al termine dell’apprezzato intervento ci sono state molte domande: sulla raccolta firme contro l’autonomia differenziata, sull’assenza di presenze ufficiali del Governo alla commemorazione dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, sull’artificiale divisione del paese in Regioni e sulle Regioni a Statuto speciale.

Domande dei giovani

Alla domanda di una giovane studentessa che chiedeva se il trittico delle riforme (presidenzialismo, autonomia differenziata e giustizia) non celasse il rischio di uno svuotamento dall’interno delle istituzioni, Pasquino ha risposto di preoccuparsi invece di chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica: “Mattarella è colto, molto equilibrato, non esagera mai, ma chi potrà sostituirlo?”.
Il giorno successivo il professor Pasquino a Quarona, al Ponte della Pietà, ha tenuto l’orazione ufficiale in ricordo delle vittime partigiane che nell’estate 1944 tristemente inaugurarono la stagione degli eccidi nazi-fascisti.

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