Il report di Legambiente

Vercelli a metà classifica per il "mal d'aria"

E' uscito lo studio relativo allo storico 2010-2018 e all'andamento del 2019.

Vercelli a metà classifica per il "mal d'aria"
Pubblicato:
Aggiornato:

Alla vigilia dell’entrata in vigore delle tradizionali misure antismog in vista dell'inverno, con l'emanazione delle regole per i blocchi del traffico, Legambiente ha presentato "Mal’aria edizione speciale" con le pagelle sulla qualità dell’aria di 97 città italiane. Sono state confrontate le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS

La posizione di Vercelli nella classifica

Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente. Vercelli non è fra queste, ma non è neanche fra le peggiori, si trova nelle quarta fascia di violazioni dei limiti: dal 2010 al 2019 per ben 7 anni su 10 ha superato il limite giornaliero per le polveri sottili (Pm10), Il limite annuale è stabilito in 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo. Nella graduatoria del 2019 si trova poco oltre la metà classifica (44esima su 97 con 41 giorni di superamento di  almeno uno dei limiti giornalieri previsti per il Pm10 o per l’ozono. Per quanto concerne l'ozono da solo, la situazione è un po' più grave, perché siamo al 35esimo posto.

Piemonte maglia nera

Vercelli non è ai primissimi posti come inquinamento dell'aria ed è, in Piemonte, certamente in buona compagnia.

“Tutti i capoluoghi di provincia piemontesi, ad esclusione della buona sufficienza di Verbania, ricevono voti pesantemente negativi, con Novara e Torino che si distinguono al ribasso (rispettivamente 1 e addirittura 0) – dichiara Giorgio Prino, Presidente Legambiente Piemonte e valle d’Aosta - Pur nella consapevolezza degli interventi pensati e in parte attuati dalle città, a partire dal capoluogo regionale, molto è ancora certamente da fare. Siamo convinti che non sia la ricerca di nuove modalità di motorizzare i nostri spostamenti il principale vettore del cambiamento, ma lo stesso vada ricercato nella consapevolezza di istituzioni e cittadini che sia l’ambito urbano stesso a dover essere ripensato e rigenerato, incentivando concretamente la mobilità sostenibile e quella dolce, ricreando luoghi attrattivi e di aggregazione, che non siano vittime di auto e traffico. Anche in questo caso, più che mai, salute, ambiente e qualità della vita sono perfettamente concordanti. Durante la settimana della mobilità sostenibile, grazie alla nostra campagna Giretto d’Italia, abbiamo messo l’accento sugli spostamenti bike2work e bike2school effettuati con bicicletta e micromobilità elettrica, per i quali è sempre più importante l’attenzione delle amministrazioni, che hanno il dovere di renderli sicuri e piacevoli tramite strumenti come il PUMS, e della aziende stesse e dei plessi scolastici, che devono accompagnare lavorati e studenti verso queste scelte, incentivandole e facilitandole”.

L'analisi è molto più completa e strutturata sul sito di Legambiente, chi è interessato ad approfondire può consultarlo QUI

 

Seguici sui nostri canali