TRICERRO: La Sagra della Lumaca festeggia 20 anni

Da Venerdì quattro giorni di buona cucina e musica a cura della Famija Trisereisa

TRICERRO: La Sagra della Lumaca festeggia 20 anni
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Da Venerdì quattro giorni di buona cucina e musica a cura della Famija Trisereisa

Da venerdì 14 a lunedì 17 luglio si svolgerà la festa patronale dedicata a San Giorgio con la classica Sagra dell'Helix Pomatia (Sagra della lumaca) che quest’anno ha raggiunto il numero venti. “Un bel traguardo - commenta Dario Foglia - presidente della Famija Trisereisa, e tante soddisfazioni: da qualche anno stiamo servendo lumache nostrane allevate vicino a noi nel biellese che provengono dall’allevamento “La Chiocciola” a Dorzano, vicino a Cavaglià. Sono garantite con alimentazione esclusivamente vegetale provenienti rigorosamente da allevamenti controllati a ciclo biologico completo con indicazione del luogo di produzione e intera filiera seguita nella preparazione. Qualche ditta ci aveva contattato per proporci la loro produzione ma quando ci siamo resi conto che arrivavano dall’estero non le abbiamo comprate: la particolarità della nostra sagra è il km zero per tutti gli alimenti e sicuramente non desideriamo fare brutta figura proprio con l’alimento principe della festa. Compriamo tutto il possibile in zona e da fornitori che conosciamo. Gli alimenti conservati a livello industriale o che arrivano da altri paesi non ci interessano”. Le specialità che faranno da corollario alla lumaca saranno tante e come sempre soddisferanno i buongustai e gli affezionati che arrivano a Tricerro per assaggiarle tutte - e naturalmente lumache cucinate in svariati modi - con il risotto, alla veneziana (nata nel 2013) e al verde con polenta e impannate con patatine. «Mi rendo conto che non sono proprio a buon mercato ma costano tanto all’origine e, dal chilo iniziale, sul piatto ne restano tre etti», sottolinea Foglia. Anche il dopo cena sarà coinvolgente con gruppi di valore e molto popolari: l’apertura del venerdì affidata a Alex Tosi band, sabato 15 con Free Music band (che gioca in casa), domenica 16 Portofino band e chiusura lunedì 17 con il gruppo idolo dei giovani Shary band.
«Ogni anno viviamo la festa con l’entusiasmo della prima volta, prosegue Foglia, ma con la consapevolezza ed esperienza che abbiamo acquisito nel tempo. I nostri volontari sanno che un sorriso in più fa la differenza e la gente questo lo apprezza: di anno in anno, insieme con nuovi avventori, ritornano sempre i clienti abituali, magari con amici curiosi di assaggiare le nostre specialità».
In effetti gli chef della Famjia, che mettono tutta la loro abilità per soddisfare anche i più esigenti, hanno ricevuto riconoscimenti anche fuori dai confini del loro paese come quello ottenuto circa cinque anni fa dalla Regione Piemonte che ha riconosciuto loro il premio come miglior cucina della provincia per l’alta qualità degli alimenti. Inoltre, accolgono i suggerimenti e le richieste, come ad esempio, da qualche anno è stata inserita nel menu la panissa di domenica. Il cibo è l’argomento principale ma d’altronde, come sottolinea il presidente: «in una sagra la buona qualità di quello che si mangia è fondamentale: sono importanti le orchestre e gli svaghi ma se mangi male non torni. Siamo una squadra di amici affiatata e compatta e tutte le decisioni si prendono insieme. Ognuno ha i suoi compiti, non esistono rivalità ed abbiamo la fortuna di avere un’amministrazione comunale che comprende le nostre esigenze e per quanto possibile ci appoggia. Un percorso che ho vissuto con grande soddisfazione e consapevolezza ma è giunto il momento di lasciare il passo a qualcun altro, magari un giovane, ed ho preso la decisione, devo dire sofferta, di non ripresentarmi al rinnovo del direttivo in autunno. Nel sodalizio abbiamo tanti amici che hanno voglia di fare e speriamo ci sia qualcuno che desideri mettersi in gioco e prendere in mano le redini».
Foglia ha gli occhi lucidi dalla commozione: tanti anni insieme non si dimenticano facilmente ma ormai ha deciso. Siamo però sicuri che lo ritroveremo, non più presidente, ad aiutare chi prenderà il suo posto. Non resta quindi che andare a Tricerro a gustare le buone pietanze, divertirsi e cercare di convincere il patron a cambiare idea.  
Vicky Paci

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