Per l'indagine Ministero-Istat

Test sierologici: partita la campagna di monitoraggio

Intanto Tiramani critica i pochi controlli stabiliti in Piemonte.

Test sierologici: partita la campagna di monitoraggio
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Al via da oggi su un campione di 277 cittadini residenti nella provincia di Vercelli l’indagine di siero-prevalenza sul SARS-CoV-2 condotta dal Ministero della salute e dall’ISTAT. Secondo la lista ufficiale nella nostra provincia sono coinvolti residenti nei comuni di: Vercelli, Bianzè, Tronzano, Trino, Rovasenda e Borgosesia.

Realizzata in collaborazione con le Regione, le Province Autonome e la Croce Rossa Italiana - con il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera scelta - l’indagine prevede a livello nazionale l’arruolamento di un campione di 150.000 persone, di tutte le età, scelte in modo casuale. Con il prelievo di sangue sarà possibile capire se vi è stato un contatto con il virus.

Il personale della Croce Rossa, con un servizio di call center, da lunedì ha cominciato a contattare telefonicamente i soggetti campionati. In caso di assenso gli operatori della Croce Rossa fisseranno ai cittadini un appuntamento presso una delle sedi individuate. L’esame viene eseguito presso i punti prelievo degli Ospedali di Vercelli, Borgosesia e Santhià; le attività saranno estese fino al 4 giugno.

Se il test sierologico risulterà positivo l’esito verrà trasmesso al medico curante e all’azienda sanitaria che avvierà le procedure per effettuare subito il tampone e la persona coinvolta sarà posta in isolamento domiciliare da parte del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) dell’ASL VC .

Tiramani: "Vergognoso concedere solo 8.000 test al Piemonte"

In merito a questo piano di test, però, l'onorevole leghista Paolo Tiramani esprime una dura critica.

“Parlano i numeri: Conte ha messo a disposizione 8000 test sierologici a campione per tutto il Piemonte; a Borgosesia, comune di 13 mila abitanti, ne abbiamo messi a disposizione 10 mila. Se queste sono le risposte che il governo giallorosso intende dare al Paese siamo davvero messi male. In questa fase così delicata e importante, Conte lasci la gestione della sanità in mano alle Regioni e alle amministrazioni comunali che, di certo, sapranno garantire maggiore sicurezza ai cittadini rispetto a quanto sta facendo il suo ministro della Salute”.

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