Suor Rosalia, l'"angelo dei bisognosi"

Il ricordo della religiosa, scomparsa nei giorni scorsi, che ha prestato a lungo servizio all'Aravecchia.

Suor Rosalia, l'"angelo dei bisognosi"
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Suor Rosalia Morello si è spenta a 83 anni, lasciando tanti ricordi di lei soprattutto all'Aravecchia.

Suor Rosalia, la "suora del sorriso"

Balocco e il Vercellese hanno dato l'addio all'angelo dei bisognosi, suor Rosalia Morello. Pochi giorni fa la religiosa si è spenta all'età di 83 anni, molto conosciuta in tutta la provincia per le sue iniziative benefiche a favore dei più bisognosi. «Nata nel 1936, partì da Bastia per diventare suora nel 1961 a 25 anni (all’epoca la maggiore età era molto alta) –spiega il nipote Gian Mario Morello, sindaco di Balocco. Diventò madre generale della Congregazione nel 1983 e mantenne l’incarico per 12anni girando ovunque dall'Europa all’Africa. Nel 1996 chiese ed ottenne di essere assegnata alla comunità parrocchiale dell'Aravecchia di Vercelli».

A Vercelli

Sono in molti coloro che hanno incontrato suor Rosalia all'Aravecchia: «Per parecchio tempo la religiosa rimase con noi –  ricordaGianni Mentigazzi, dell'associazione don Luigi -. Aveva sempre il sorriso e cercava di stare vicino a coloro che erano più bisognosi». Tante le iniziative solidali condotte dalla donna. «Ricordo ad esempio che per una famiglia che viveva in una casa abbandonata si adoperò per aiutarla e dare una nuova vita – prosegue Mentigazzi -. Recentemente quando avevamo accolto i migranti, lei era passata a conoscerli e a parlar con loro. Per noi e per tutta Vercelli è venuta a mancare una colonna portante, conosciuta da tantissime persone per la sua grande carità cristiana e la sua capacità di trovare sempre soluzioni per aiutare i più sfortunati».

In missione

Tra le molteplici esperienze portate avanti nel corso della vita dalla suora vercellese, ci fu anche il periodo in missione al di là dei confini italiani ed europei.«Nel 2011 parte per Haiti dove rimase per 3 anni e mezzo. In un secondo momento terminata questa esperienza andò in Calabria e ci rimase per un anno – prosegue il nipote - . Dal 2017 rientrò a Vercelli e continuò ad assistere i malati, poveri, carcerati, senza tetto, per i quali si impegnò a trovar loro lavoro. Insomma,tutto quanto narrato dal Vangelo». Oltre ad aiutare i più bisognosi, la suora era anche particolarmente legata alla sua famiglia.

In famiglia

«I tratti di memoria che ricordo ogni giorno di suor Rosalia sono la sua bontà e il suo sorriso,tanto che la chiamavano anche “Suor sorriso” in giovane età – scrive in una nota il nipote -.La sua vita era “un donarsi per gli altri”( così ha detto fino all’ultimo) e in particolare per i poveri, per i malati, per i senza Dio. Alcune volte tornava a Bastia di Balocco tra i suoi affetti e tra la sua gente. Senza sottrarsi nel riprendere il nipote, che la provvidenza ha voluto sindaco del piccolo paese della Baraggia vercellese, qualora non realizzato compiutamente le opere del mandato amministrativo. Le ultime ore di agonia,sempre assistita dalle consorelle e dal personale della congregazione dei Sodc diMoncrivello, suor Rosalia era sempre vegliata dalla nipote, Anna, mia moglie, l'ultima della famiglia a vederla in vita. Nel ricordarla e nel ringraziare in chiesa la folla giunta per l’ultimo saluto ho detto che mi sembrava di sentire la zia che diceva: “Gian Mario perché le campane suonano a morto? De-vono essere a festa le campane, io contemplo la gloria di Dio in paradiso”». L'ultimo saluto alla religiosa è stato mercoledì nella sua terra natia, Bastia di Balocco.

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