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Sara Mascarino: una "globe trotter" trinese

Doveva ritornare a Trino ma è rimasta bloccata in Spagna dal coronavirus.

Sara Mascarino: una "globe trotter" trinese
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«Dopo tanti viaggi ed esperienze all’estero, era venuto il tempo di tornare in Italia e stare vicino alla mia famiglia, ma il Covid-19 ci ha bloccati a Valencia». Sara Mascarino, è una giovane trinese, laureata in Lingua e Letteratura anglo-americane, che ha deciso di lavorare all’estero per fare preziose esperienze. «

"Sognavo la west coast Usa"

Durante gli anni dell’università - spiega - ascoltavo musica rock della West Coast degli Stati Uniti, con la curiosità di conoscere le città oggetto delle canzoni, soprattutto Los Angeles e San Diego. Pochi mesi dopo la laurea, nel settembre del 2012, mi sono trasferita negli Stati Uniti. Ho fatto la babysitter per una famiglia americana. Purtroppo il mio sogno di andare nella West Coast non si è avverato, sono stata contattata solo dalla costa Est. Ho scelto South Orange, una piccola città nel New Jersey a una manciata di chilometri da New York. Ho vissuto con la mia famiglia americana fino ad Aprile del 2015, poi ho trovato lavoro in un’azienda italiana di logistica che lavorava con grandi marchi della moda italiana. Nel frattempo ho completato un corso per diventare insegnante di inglese. Non era un lavoro che mi si addiceva e ho deciso di tornare in Italia, dove sono stata pochi mesi prima di ripartire, perché avevo ancora tanta voglia di esplorare e viaggiare. Una delle tante ragazze colombiane, “au pairs”, conosciute a South Orange mi ha proposto di trasferirmi per qualche tempo a Cartagena de Indias, città della costa caraibica colombiana.

Il capitolo colombiano

Il 1° dicembre del 2018 sono atterrata a Cartagena, nel pieno delle festività natalizie. Ho lavorato come insegnante di inglese al Centro Colombo Americano. L’esperienza è stata molto positiva. La vita a Cartagena mi piaceva: ho conosciuto persone di nazionalità diverse, viaggiato, fatto un corso per diventare insegnante di yoga, un ritiro di due giorni sulle montagne di Santa Marta. Sono stata in Colombia quasi due anni, poi la voglia di stare vicino alla mia famiglia si è fatta sentire, e a settembre dell’anno scorso sono tornata in Italia per qualche mese. Ho rivisto famiglia, amici e conosciuto il mio nipotino. A gennaio mi sono trasferita Valencia, in Spagna».

L'arrivo in Spagna

Questa volta però non eri da sola? «Ero con Juan David, il mio ragazzo, colombiano di Bogotà. Appena arrivati a Valencia ho trovato subito lavoro in un’accademia di inglese, mentre Juan David ha iniziato un corso per diventare allenatore di calcio. La mia esperienza non è stata delle più positive perché c’era molta disorganizzazione nella scuola e lo stipendio era molto basso, considerate le ore di lavoro». Poi è arrivato il Covid. «A marzo a causa del virus tutte le scuole hanno chiuso anche qui in Spagna (con un “ritardo” di una settimana rispetto all’Italia). Il 12 marzo hanno imposto misure restrittive come in Italia. Da due o tre settimane, si puó uscire e piano piano tutto sta tornando alla normalità».

"Spero di tornare presto a Trino

Come hai vissuto il lockdown in Spagna?
«All'inizio è stato preoccupante perché era tutto nuovo (non solo per me immagino). Un po' di preoccupazione per la famiglia, che sentivo quasi tutti i giorni per avere novità. Ho avuto fortuna perché ho lavorato un po', con lezioni di inglese online. Sto anche seguendo un corso, quindi ho approfittato del momento».
Programmi per il futuro? «La cosa migliore da fare è tornare a Trino: per stare più vicini alla mia famiglia e agli amici. Poi chissà, non abbiamo ancora deciso».

Riccardo Coletto

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