Il caso

Obbligo di mascherina in Piemonte: ovunque ma non a Divignano

La scelta controcorrente del sindaco Bacchetta: “Qui da noi non sarà in vigore”.

Obbligo di mascherina in Piemonte: ovunque ma non a Divignano
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Ha fatto molto discutere nei giorni scorsi la scelta della Regione Piemonte di prevedere per il periodo che va dalla mezzanotte del 29 maggio al 2 giugno l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici all’aperto. La misura, presa in via precauzionale dalla giunta Cirio per evitare episodi come quello della folla che si è raccolta a Torino per il passaggio delle Frecce Tricolori, non è stata accolta bene dal piccolo Comune di Divignano, 1.400 abitanti in provincia di Novara, come riporta primanovara.it. L’Amministrazione ha infatti emanato un’ordinanza con la quale si dissocia dal provvedimento regionale, non prevedendo nessun obbligo di mascherina, nemmeno in questi giorni.

Il sindaco divignanese Gianluca Bacchetta, nei giorni scorsi ha intrapreso un viaggio di protesta in bici fino a Roma con l’obiettivo di sensibilizzare il Governo sulla situazione di disagio vissuta soprattutto da ristoratori e baristi, ha spiegato le sue ragioni. “Abbiamo emanato questa ordinanza – dice il primo cittadino – perché la legge ne prevedeva la possibilità. E’ assurdo che in questi casi tutto il Piemonte, con territori che prevedono situazioni diverse l’una dall’altra, venga accomunato in un’unica categoria. Qui a Divignano non ci sono occasioni di assembramento. E tra l’altro trovo veramente ironico che spesso, come nel caso delle Frecce Tricolori, le Amministrazioni permettano occasioni di assembramento, che invece sono negate a privati e Comuni, per poi intervenire in un secondo momento per sanzionare i cittadini. Noi abbiamo fatto questa scelta forte, ma ci sono anche Comuni che semplicemente per evitare discussioni hanno adottato l’ordinanza, ma non effettueranno poi i controlli con la polizia locale. Io credo che non far rispettare la legge non sia giusto, come non è giusto che la responsabilità di queste decisioni debba ricadere su noi sindaci. Quando ho letto l’ordinanza regionale mi sono talmente arrabbiato che volevo riprendere la mia bici e andare a protestare. Ma poi ci ho ripensato”.

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