Neuroblastoma: a Pasqua dona la vita ai bambini malati

Incontra i volontari il 7 aprile a Vercelli

Neuroblastoma: a Pasqua dona la vita ai bambini malati
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Le Uova del “Bambino con l’imbuto” per sostenere i ricercatori italiani che si impegnano quotidianamente per trovare la cura di questo tumore.

Neuroblastoma: a Pasqua dona la vita ai bambini malati

Neuroblastoma: a Pasqua dona la vita ai bambini malati. Incontra i volontari il 7 aprile a Vercelli. Le Uova del “Bambino con l’imbuto” per sostenere i ricercatori italiani che si impegnano quotidianamente per trovare la cura di questo tumore.

Domenica 7 aprile a Vercelli

Non un semplice uovo di cioccolato, ma il sostegno a un sogno: regalare un futuro a tutti i bambini malati. Il sogno è quello dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma O.N.L.U.S.; di tanti ricercatori italiani che si impegnano quotidianamente per trovare la cura di questo tumore; di tante famiglie che non vogliono rassegnarsi alla malattia dei propri figli. Il Neuroblastoma colpisce ogni anno circa 150 bambini in età prescolare ed è talmente subdolo e aggressivo che quando si giunge alla diagnosi spesso è in fase già avanzata con metastasi allo scheletro e al midollo. Per saperne di più, il 6 aprile, oltre 250 volontari scenderanno in 80 piazze in tutta Italia per far conoscere l’Associazione da vicino. Il 7 aprile a Vercelli presso il Mercatino dell’antiquariato in via Garibaldi. Le uova sono prodotte in ottimo cioccolato Barry Callebaut, al latte o fondente, di qualità superiore alla media; senza grassi vegetali diversi dal burro di cacao, senza OGM e senza glutine, adatte anche ai celiaci.
“Cerco un Uovo Amico!” è il nome della campagna solidale dell’associazione del “Bambino con l’imbuto”, presieduta da Sara Costa che, dal 1993 a oggi, ha donato oltre 21 milioni di euro alla ricerca scientifica, permettendo di salvare tanti bambini grazie a progetti all’avanguardia.
Ma per garantire continuità ai risultati ottenuti, per sostenere i ricercatori impegnati nei principali centri di ricerca d’eccellenza italiani, in rete con colleghi europei e internazionali; per tendere ad una medicina sempre più personalizzata e a misura di bambino; per aumentare le percentuali di sopravvivenza dei casi più gravi, purtroppo i più frequenti e con meno speranze, (solo 1 bambino su 4 guarisce) occorre unire le forze.

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