Riceviamo e pubblichiamo

Morti casa di riposo: Promozione Sociale critica l'esclusione dal processo

Secondo la onlus torinese c'erano tutti i presupposti per accogliere la costituzione in parte civile.

Morti casa di riposo: Promozione Sociale critica l'esclusione dal processo
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Purtroppo la Rsa di Piazza Mazzini è stata una delle strutture con il più alto numero di decessi nella fase iniziale del Covid. Una tragedia che risale quasi esattamente a due anni fa e per la quale è in corso un Processo che ha visto recentemente la richiesta di giudizio abbreviato da parte di quattro degli indagati e anche l'esclusione come parte civile della Fondazione promozione sociale onlus di Torino, la quale ha appena inviato ai giornali una nota in merito a tale esclusione, che pubblichiamo integralmente.

"La nostra esclusione non è una buona notizia"

"Scrivo in riferimento alla notizia dell’esclusione della Fondazione promozione sociale onlus/ETS dal processo che avrà luogo per gli anziani malati cronici non autosufficienti deceduti nella Rsa di Piazza Mazzini a Vercelli.

La Giudice ci ha ritenuto “presenza non giustificata nella vicenda”. Non è una buona notizia, perché i reati attribuiti agli imputati, qualora fossero confermati, hanno una rilevanza che non si limita alla Rsa di Vercelli".

"E' un caso di rilevanza regionale"

"Non aver rispettato le norme già in vigore per separare i malati positivi da quelli negativi (Direzione amministrativa e sanitaria); aver negato, come risulta dagli atti ad opera della Direzione dell’Asl, l’invio di personale in sostituzione di quello assente; aver svolto funzioni non previste, anzi vietate, dalla propria professione da parte di un operatore socio-sanitario, sono precedenti che determinano ricadute per le decisioni che la Regione Piemonte si appresta a fare e che ricadranno su tutte le Rsa del Piemonte.

E’ un dato accertato che le Rsa sono strutture accreditate del Servizio sanitario regionale in quanto i ricoverati sono malati con pluripatologie croniche e non autosufficienti. Devono essere riorganizzate con implementazione del personale medico, infermieristico e socio-sanitario. La Fondazione è stata ed è parte attiva in questo ambito. La nostra attività è svolta in tutta la Regione e nei confronti dell’Amministrazione regionale ed è stata documentata nell’atto di costituzione di parte civile proprio per dimostrare il legittimo interesse a intervenire nel processo".

"In gioco la tutela dei malati cronici"

"Dal caso di Vercelli, 48 vittime, uno dei numeri più alti di tutta Italia, ovvero dall’esito del processo, potrà discendere o meno la modifica in meglio della normativa regionale in essere per quanto riguarda gli standard del personale delle Rsa; la conferma o meno della titolarità (e quindi della responsabilità) del Direttore generale dell’Asl, del Direttore amministrativo e sanitario della Rsa per quanto concerne il loro obbligo di garantire le cure ai malati non autosufficienti ricoverati in Rsa accreditate del Servizio sanitario; del compiere mansioni vietate dalla professione, nel caso dell’operatore socio-sanitario, con tutte le conseguenze (nefaste) per i pazienti ricoverati, sovente dementi o con morbo di Alzheimer. Norme che abbiamo contribuito a scrivere e che devono essere aggiornate. Nelle Rsa potremmo essere ricoverati anche noi, oltre agli avvocati, ai giudici, ai medici, ai giornalisti e così via. Dovrebbe interessarci.

La Fondazione continuerà a seguire il processo e confida che prosegua l’attenzione della stampa, perché non finisca tutto nel dimenticatoio. Per rispetto dei morti e dei loro familiari e perché si arrivi al cambiamento necessario per evitare che succeda di nuovo.

Grata della pubblicazione, ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti".

Maria Grazia Breda
Presidente
Fondazione promozione sociale onlus

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