Maxi frode Iva da 80 milioni: quattro arresti

E' il risultato dell'operazione "Under Platts" della Guardia di Finanza di Asti.

Maxi frode Iva da 80 milioni: quattro arresti
Pubblicato:

Maxi frode Iva da 80 milioni: quattro arresti. Operazione "Under Platts" della Guardia di Finanza di Asti.

Maxi frode Iva da 80 milioni: quattro arresti

Una "frode carosello" è stata scoperta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Asti e da funzionari dell’Agenzia delle Dogane della Direzione Interregionale per la Liguria, il Piemonte e Valle d’Aosta.

E' stata realizzata nel settore dei carburanti. Ben 365 milioni di euro l'ammontare del giro d'affari fittizio, per una frode d'Iva di 80 milioni e 18 società "tarocche" coinvolte.

Nelle prime ore di oggi, giovedì 20 settembre, i finanzieri hanno eseguito 4 ordinanze di applicazione degli arresti domiciliari. Ordinanze emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Asti.

Contestualmente è in corso di esecuzione il sequestro preventivo di oltre 26 milioni di Euro. Seuestro disposto dallo stesso Gip. su conti correnti, quote societarie, beni mobili ed immobili degli indagati e delle società coinvolte.

L’operazione denominata “UNDER PLATTS” svolta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Asti ha rivelato che, per oltre 300 milioni di litri di carburante proveniente da Croazia e Slovenia, è stato abbassato artificiosamente il prezzo finale “alla pompa”, inserendo nel ciclo di fatturazione società “cartiere”, amministrate da prestanomi nullatenenti, con il fine di omettere sistematicamente il versamento dell’IVA dovuta all’Erario attraverso diversi meccanismi.

Anche per i carburanti esiste una quotazione di riferimento, il “platts”, che esprime il prezzo dei vari combustibili per autotrazione basato sull’incontro domanda/offerta in un determinato giorno.

Carburanti venduti sotto prezzo

Le commercializzazioni oggetto d’indagini sono avvenute sempre ad un valore sotto la quotazione giornaliera, grazie alla frode posta in essere, che ha consentito di inserire sul mercato ingenti volumi di carburante “fiscalmente inquinato”.

In particolare, con un primo sistema di frode, sfruttando la normativa vigente in caso di acquisti di beni in ambito comunitario, per cui l’IVA viene applicata nel Paese di destinazione. Nell’acquisto di carburante da raffinerie dislocate in Slovenia e Croazia, sono state interposte ditte fittizie con sede in Italia, le quali ricevevano fattura dall’operatore comunitario
senza Iva.

Mentre il carburante transitava dall’Est Europa in un deposito fiscale italiano, in attesa di giungere ai reali destinatari finali, le società interposte emettevano false fatture di vendita. Documenti a prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto dalla raffineria con l’applicazione dell’Iva

Nei successivi passaggi, grazie a un prezzo di vendita che può essere più basso di quello normale di mercato, il prodotto giungeva regolarmente alle pompe di benzina che riuscivano così a praticare prezzi più convenienti rispetto alla concorrenza.

Allo stesso tempo le società fittizie aumentavano il loro debito Iva nei confronti dello Stato, senza mai assolverlo.

I meccanismi fraudolenti

Per mascherare la frode i carburanti venivano prelevati dal deposito regolarmente. Con il pagamento
dell’accisa e la predisposizione della documentazione di trasporto per le autocisterne. Pure  i pagamenti in corrispondenza dei vari passaggi del prodotto erano regolari.

Con altro schema di frode le società fittizie, grazie alla falsa qualifica di “esportatore abituale”, ottenuta con la presentazione di dichiarazioni Iva false acquistavano il carburante da fornitori italiani. Lo facevano attestando l’inesistente qualifica e presentando false “dichiarazioni di intento” in modo da traslare su se stesse un debito IVA poi mai assolto.

Nonostante queste elaborate operazioni, però, alla fine la Finanza li ha scoperti e fermato il "Carosello".

Seguici sui nostri canali