Amarcord

L'indimenticabile Don Luigi e una vera manifestazione popolare

Gli anni settanta alla Regina Pacis e il Torneo Notturno di calcio

L'indimenticabile Don Luigi e una vera manifestazione popolare
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Anche se i ricordi non sono più così nitidi, chi, come chi scrive, è cresciuto alla Regina Pacis, non può non ricordare il cambiamento epocale che il grande parroco don Luigi Alfieri portò nel quartiere. Era ancora giovane ma aveva già fatto esperienza in Africa ed era un uomo pieno di idee e soprattutto un grande aggregatore. Per tanti bambini e adolescenti degli anni settanta la sua parrocchia divenne ben presto una scuola, una palestra di quella che sarebbe diventata la loro vita. Potrei elencare tantissime
iniziative delle quali abbiamo potuto beneficiare ed esperienze che abbiamo potuto vivere e spero che i lettori che sono cresciuti in quel quartiere e che oggi hanno dai 58 ai 65 anni e oltre, abbiano voglia di raccontare quel periodo che ha segnato la nostra vita. Che siamo diventati uomini (e donne) degni o meno, lui ce l’ha messa tutta per aiutarci ad arrivare li`. Don Luigi se n’è andato nel 2015 lasciando
una profonda tristezza in tutti.

In questo inizio di stagione calda viene in mente una cosa tipicamente estiva, una cosa non troppo "di chiesa" una cosa però che forse tutti ricordiamo, anche se magari in modo un po’ confuso e nebbioso,
mi riferisco al “torneo notturno di calcio porta Torino”! Forse oggi può far ridere ma a ripensarci quanto fecero don Luigi, il comitato organizzatore, che poi era formato da una quindicina di adulti del quartiere (per alcuni di noi, come me, erano i papà) e i ragazzi dell’oratorio più grandi, fu un miracolo, soprattutto
pensando che eravamo all’inizio degli anni settanta. Nel primo periodo la parrocchia, che aveva perso un
bel campo di calcio a benefico dei nuovi condomini di via Monte Bianco, aveva recuperato un campo da calcio in terra battuta - sabbia di dimensioni ridotte esattamente dove si trova adesso,
solo un po’ più largo perché la via Rocciamelone non arrivava dove arriva adesso. Un paio di gradinate in cemento, impianto d’illuminazione, una tribunetta dietro una delle porte ed ecco il nostro Azteca (l’anno precedente l’Italia aveva giocato i mondiali del 1970).
Squadre di 6 o 7 giocatori, due tempi da 20 minuti se non sbaglio, niente tacchetti, niente parolacce, sperato fair play, percheチL doveva essere una festa, un modo per movimentare le serate estive dei Vercellesi. Calendario simile a un mondiale con gironi eliminatori e poi scontri diretti. Due partite per sera, quasi tutte le sere, per almeno tre settimane tra giugno e luglio.
Riservato a squadre costituite per l’occasione da bar della città, qualche “Famija” dei paesi limitrofi, una volta addirittura un supermercato (Vege`) e un distributore (Agip via Torino). Non so se ci fossero
delle limitazioni a tesserati o cosa, ma ricordo che ad un certo punto qualcuno si presentò con un ex giocatore della Pro, che Don Luigi, massima autorità disciplinare, squalifico prima che potesse anche solo dire beh! Tutti contribuirono all’organizzazione in base alle possibilità e alla professione, gratis naturalmente, ma allora il fare qualcosa per la comunità dava soddisfazione ed era qualcosa di vero. Non so se qualcuno del comitato organizzatore ci sia ancora, ma posso dire che il più amato era il signor Gino (è inutile che dica il cognome) che aveva il supermercato, perché spesso ci portava la merenda post partite: pane e nutella per i ragazzi, pane prosciutto e bagnetto per gli adulti. A parte questo, il signor Gino era simpaticissimo, una delle persone più simpatiche che abbia mai conosciuto.
I premi erano coppe e medaglie, offerti dalle attività commerciali e forse qualche ente, mentre il trofeo in palio era stato offerto dalla famiglia Cantone che per chi ha la mia età non ha bisogno di presentazioni.
I ragazzi più grandi dell’oratorio, giravano per la città nel pomeriggio con l’altoparlante sul tettuccio dell’auto (spesso era la Kadett bianca del Don) e facevano comunicazione. Qualcuno andava a vendere le bibite durante gli intervalli. Chissà se poi è diventato ministro... Il pubblico era il pubblico cittadino con l’aggiunta dei sostenitori delle squadre dei paesi. C’erano le tifoserie ma nessuna violenza, solo grandi sfottò e non ricordo che ci siano stati problemi particolari salvo una volta quando un gruppo di giovanotti tentò di entrare senza pagare scavalcando, ma i ragazzi più grandi fecero passare loro la voglia di rifarlo.
Ricordo il grande successo delle prime edizioni, mi pare dal ‘71 al ‘73, niente nel ’74 per non sovrapporsi ai Mondiali; poi forse qualche edizione e come tutte le belle cose e` finita ed ha lasciato solo i ricordi. Spero che qualcuno abbia conservato qualche storia da raccontare e corregga i miei errori e che contribuisca a ricostruire un ricordo che sarebbe un peccato si perdesse con il tempo. Chissà se qualcuno ha qualche vecchia foto? Difficile se non impossibile ricordare l’albo d’oro del torneo, ma ricordo bene che quando la sera si tornava a casa a piedi, durante quelle poche centinaia di metri, con
il mio caro papà, commentavamo le partite e ci dimenticavamo perfino che lui era Milanista e io Interista, ma solo due che si erano divertiti, anche se tra me e me forse sognavo da grande di diventare
un organizzatore di grandi tornei.

Come sempre il pensiero va a don Luigi che non e` più tra noi, ai tanti membri del comitato che so che non ci sono più e ai ragazzi che spero che ci siano ancora tutti, che stiano bene e che abbiano avuto una vita felice. Uno di loro so che non c’è più, dico solo il nome, Gianni, una gran persona, di quelle che vorresti vedere per tutta la vita.

Gianni Gandolfi

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