Cronaca

Il supermarket della droga nei boschi del Lungo Sesia

L'operazione Aquila Nera ha portato all'arresto di cinque pusher marocchini provenienti dalla Lombardia.

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Il Commissario Capo Gianluca Tuccillo, dirigente della Squadra Mobile di Vercelli l'ha definito come il più grande supermarket della droga scardinato nel Vercellese ed era anche innovativo... Infatti gli spacciatori, due distinti gruppi, tutti di origine marocchina e provenienti dalla Lombardia e in particolare dalla zona di Vigevano, ma molti senza fissa dimora e fra loro anche un minorenne, avevano eletto i boschi tra Arborio e Ghislarengo come base di spaccio. La cosa andava avanti da tempo se la sola indagine ha richiesto un anno per arrivare a sgominare del tutto questo traffico.

La segnalazione dei movimenti strani era arrivata dai territori, in particolare dai sindaci di Arborio e Ghislarengo, allertati dai loro cittadini. Gli spacciatori arrivavano a guadagnare 5.000 euro al giorno ed erano pure stakanovisti, pare che spesso si fermassero nei boschi a dormire, all'addiaccio o in capanni di fortuna, anche nei mesi invernali, per essere subito pronti. Avevano anche l'abitudine di sotterrare la droga per poi andarla a recuperare. Solo il lockdown aveva fermato i traffici prima della definitiva disarticolazione a opera della polizia.

Il nome dell'operazione "Aquila Nera" è stato dato dagli agenti, che hanno intercettato a lungo le utenze telefoniche degli indagati, perché era così che veniva identificato il punto di ritrovo.

Il video della conferenza stampa

Sequestrati 50.000 euro di droga

La complessa attività d’indagine “Aquila Nera” ha portato la Squadra Mobile a sequestrare in tutto circa gr. 600 di eroina, 300 di hashish e 100 di cocaina che, una volta commercializzati, avrebbero fruttato almeno 50.000 euro. Cinquanta in tutto i consumatori di droga identificati, non solo dal vercellese ma anche dalla province vicine.

Indagini partite un anno fa

La Polizia di Stato, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli, ha dunque arrestato cinque uomini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti nelle zone boschive comprese tra i comuni di Arborio e Ghislarengo.

Le indagini erano partite nel mese di agosto 2019 quando la Squadra Mobile era venuta a conoscenza di un fiorente mercato di spaccio di sostanze stupefacenti gestito da magrebini nelle zone boschive adiacenti alla sponda destra del fiume Sesia.

Gli uomini della sezione “Antidroga” hanno così iniziato una serie di servizi di osservazione nelle piazze di spaccio segnalate e, durante uno di questi, si imbattevano in due presunti “pusher” che stavano cedendo delle dosi di droga ad alcuni tossicodipendenti locali. I pusher, avvedutisi della presenza delle Forze dell’Ordine, erano fuggiti abbandonando sul posto la droga che stavano vendendo.

Il primo sequestro di droga

In quell’occasione, gli Uomini della Squadra Mobile sequestravano circa 300 grammi di hashish, 50 grammi di cocaina, 50 grammi di eroina oltre al materiale per il confezionamento delle sostanze stupefacenti e la somma di euro 400,00, provento dell’attività illecita.

Nella stessa occasione erano stati identificati sul posto alcuni acquirenti, noti tossicodipendenti, dai quai sono state reperite altre informazioni. fornitori, che hanno poi portato ad una certa identificazione dei due spacciatori.

La giornata lavorativa dei pusher

L’indagine ha permesso di accertare che la giornata “lavorativa” dei due spacciatori iniziava verso 11:00/11:30 del mattino e terminava alle 21:00 della sera, davvero un "outlet" di droga che riforniva tossicodipendenti dalle province di Vercelli, Biella, Novara e Verbania, con notevoli incassi quotidiani.

Grazie ai continui appostamenti è stato poi identificato un terzo uomo, sempre di origine marocchina, che più volte si era recato nella piazza di spaccio di Arbori, con la finalità di rifornire gli spacciatori.

I primi tre arresti

Nei primi giorni di ottobre 2019 il terzo uomo, un ventisettenne pregiudicato per reati in materia di stupefacenti, mentre si stava dirigendo nella piazza di spaccio con la propria autovettura era poi stato arrestato in flagranza dagli uomini della Squadra Mobile, che a bordo della vettura rinvenivano 500 gr. di eroina.

Nei primi giorni di novembre 2019, gli investigatori della Squadra Mobile, nel corso dei numerosi servizi di appostamento svolti nella zona, sono poi riusciti a intercettare l’autovettura utilizzata dagli spacciatori per raggiungere il luogo di “lavoro”.

L'auto è stata bloccata e i due occupanti hanno cercato di fuggire innestando la retromarcia e urtando l’autovettura di servizio,per poi a fuggire a piedi, ma gli agenti con grande prontezza li hanno subito bloccati.

A bordo dell’auto si trovavano gli spacciatori, che erano stati notati più volte nei pressi del fiume Sesia, un diciassettenne ed un diciannovenne entrambi marocchini incensurati, sottoposti a fermo di polizia giudiziaria poiché indiziati del delitto di spaccio di sostanze stupefacenti.

L'appartamento di Vigevano

Successivamente si sottoponeva a perquisizione l’appartamento di Vigevano (PV) in cui i due vivevano.

Qui sono stati trovati e sequestrati circa 5.000 euro provento dell’attività di spaccio. Dalle successive indagini si è potuto accertare che mentre il maggiorenne aveva il compito di rispondere al telefono ai “clienti” e raccogliere le loro ordinazioni, il minorenne confezionava le dosi di sostanze stupefacenti, le vendeva e incassava .

Per quanto riguarda i tre individui tratti in arresto durante l’attività d’indagine si rappresenta che le Autorità Giudiziarie competenti, in sede di convalida dei provvedimenti restrittivi, hanno chiesto ed ottenuto la custodia cautelare in carcere, grazie ai numerosissimi elementi di reità raccolti durante le indagini.

Si segnala, altresì, che nei primi giorni di Gennaio, il minore è stato colpito da un secondo provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino.

Tutto finito? Macché...

La sezione antidroga della Questura di Vercelli aveva ritenuto chiusa la vicenda. Ma in seguito avevano appreso che due spacciatoriu avevano ripreso nei pressi del ponte sul fiume Sesia. Venivano contattati dai “clienti” che prima si rifornivano dagli arrestati. I due gruppi non erano collegati ma i secondi avevano "ereditato" lo stesso numero telefonico grazie ai maneggi di un dealer milanese c he è stato poi individuato.

Gli agenti hanno pensato giustamente di stroncare subito il nuovo traffico e si sono addentrati nel bosco, dove hanno poi individuato due giovani magrebini.
I due, pensando presumibilmente che si trattasse di nuovi acquirenti di sostanze stupefacenti, li hanno accolti cordialmente...

Arresti movimentati

Una volta che gli agenti si sono qualificati hanno provato a fuggire. Uno è stato immediatamente immobilizzato, l'altro ha cercato di far perdere le tracce nel bosco ma è stato ance lui raggiunto e, nonostante cercasse di eludere la cattura colpendo con calci e pugni gli operatori della Polizia di Stato, era poi stato immobilizzato.

Sul posto  il bilancino elettronico di precisione utilizzato per pesare le dosi di droga ed il materiale utile per il confezionamento delle medesime motivo per il quale i due, un venticinquenne ed un trentunenne, entrambi marocchini pluripregiudicati per reati in materia di stupefacenti, venivano arrestati in flagranza per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. Un o dei due era anche armato di una katana.

Anche questi ultimi, in sede di convalida dell’arresto, venivano sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere.

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