La storia

Giovanna Piccini: una trinese al top dei Villaggi Vacanze

Sportiva e dinamica, prima istruttrice e poi specialista delle Spa.

Giovanna Piccini: una trinese al top dei Villaggi Vacanze
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Nelle foto Giovanna durante la sua attività e a casa con i suoi cani.

Dopo tanti viaggi, tante avventure in giro per il mondo è tempo di ricaricare le pile in un eremo in collina. Giovanna Piccini, 52 anni, ora abita con i suoi cani, a contatto con la natura.

Giovanna ha studiato al Liceo Artistico, dopo la maturità, si è diplomata in fitness e ha conseguito il titolo di istruttore di nuoto.

Il racconto di una brillante carriera

«Ho iniziato a Casale, a fare i corsi per attività subacquea, e poi sono diventata istruttore.
All’inizio degli anni ’90 ho cominciato la mia avventura nei villaggi turistici, in Puglia, come istruttore di nuoto e ginnastiche. Erano piccoli villaggi, ma utili per accumulare esperienza. Dopo qualche estate infatti sono entrata in Valtour, dove ho lavorato per oltre 13 anni. Sono diventata “Istruttore sportivo”. Una volta che entri in queste società, una stagione fai nuoto, una Tiro con l'arco, un'altra "tornei" ed altro ancora. Poi sono diventata responsabile sportivo grazie alla bella esperienza maturata. Ero l’unica "Capo Sport " donna. Una conquista particolare per l'epoca. Da “Capo Sport” ho fatto villaggi importanti. Agadir (4 volte in Marocco, proprio in un Villaggio Sport, c'erano anche “Villaggio elegante” e “Villaggio atmosfera”), Costa d'Avorio (per Vip, ora non c’è più a causa delle guerre Civili), Sardegna, Sicilia e in montagna a Marilleva. Visto che Valtour stava fallendo, molti sono passati nella concorrenza e sono entrata nel Gruppo del Ventaglio, come responsabile sportivo. In Ventaglio, sono stata a Capoverde, Repubblica Dominicana, Marocco (a Djerba, 3 volte), in Brasile (a Maceió), Sicilia, Sharm El Sheik. Con Ventaglio, sono tornata a fare il Sub, ho preso il diploma di Istruttore e sono stata alle Maldive (per 3 volte), davvero incantevole».

La svolta

Poi c’è stata una svolta nella tua carriera, ce ne parli?
«Si, ho avuto un ingaggio in “Veratour”. Sono stata in Messico, ad Akumal, vicino a Cancún, come Istruttore di Subacqueo. Ho conosciuto altri ragazzi italiani, che stavano mettendo in piedi un nuovo tipo di turismo ecologico (passeggiate, snorkeling, non c'era bisogno di essere subacquei), per vedere squali balena che non attaccano, tutto in riserve ecologiche. Visto che avevo un po' di tempo, ho studiato la sera e ho frequentato un corso di 4 anni di "Tecnica di Massaggio", non sono Estetista. Sono poi rientrata in Italia, nel 2010. Ho convertito tutti i diplomi in Italia e ho fatto un corso a Londra, con un Master. Ho conseguito anche il diploma di “Massaggio sportivo”, riconosciuto dal Coni e diverse specializzazioni italiane in massaggio».

A questo punto hai ripreso in Veratour?
«Stavano aprendo le Spa nei villaggi. Sono rientrata come “Terapista” e poi responsabile: andavo a fare le aperture delle Spa nei villaggi turistici. Così, mi sono rifatta tutte le destinazioni. All'estero era come essere in famiglia, ci conoscevamo tutti. Ogni anno ci si incontrava. Per un po' di anni sono stata responsabile delle attività delle SPA, poi ho scelto, per motivi famigliari, di tornare in Italia, dove ho fatto stagioni a Cervinia, Rodi Garganico, e Vieste in Puglia. Facevo consulenza per apertura, formazione per le massaggiatrici e poi facevo la stagione. Mi impegnava 3-4 mesi all'anno gli altri mesi a casa. Ho sempre fatto l'estero perché le stagioni duravano tanto, mentre in Italia erano solo 3 mesi. Negli ultimi tempi, ho lavorato anche in diversi hotel italiani, uno prestigioso a Milano, super lusso a 5 stelle, per qualche mese, dove abbiamo creato una nuova Spa. Gli hotel, di solito, affidano a società esterne la gestione delle Spa. Ora sono tornata a casa e sono in attesa di recuperare energie per ripartire. mi godo la famiglia e i nipoti. Ora è tutto fermo, ma quando sarà finito riprenderò».

Il lockdown

Come hai vissuto il periodo di Covid ?
«A livello personale sto bene. Tutti i miei colleghi sono a casa. Magari mi sono fermata nel momento migliore. Non soffro a non muovermi, ma quando mi muovo io, devo andare proprio via».

Riccardo Coletto

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