FESTA POPOLI: «Abbiamo una luce nel cuore»

Immagini e parole di una giornata di fraternità e festa. Autorità e cittadini firmano insieme un docuemento che promuove l'impegno quotidiano per una cultura dell'accoglienza e del rispetto reciproco.

FESTA POPOLI:  «Abbiamo una luce nel cuore»
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Immagini e parole di una giornata di fraternità e festa. Autorità e cittadini firmano insieme un docuemento che promuove l'impegno quotidiano per una cultura dell'accoglienza e del rispetto reciproco.

La Festa dei Popoli 2016 si è svolta sabato sotto un cielo plumbeo… era il cielo dei muri, il cielo muto delle tragedie. Ma, come ha detto l’arcivescovo “Abbiamo una luce nel cuore” e questo si è percepito in tutta la giornata, dalla partenza da piazza del Municipio fino al “Pisu” per la festa finale. Il viaggio era il tema di quest’edizione. «Un viaggio che continuerà ogni giorno - ha sottolineato il sindaco Maura Forte - Vercelli è città accogliente, un laboratorio naturale dell’integrazione ed è bello vedere tanti giovani impegnati». Annunciando anche una serie di iniziative per i richiedenti asilo. Sono stati loro, i profughi, come li chiamiamo il vero messaggio di speranza. Uno di questi ragazzi l’ho visto sorridere, stringeva in mano la bandiera dell’Unione Europea, non quella dell’Italia o della Germania, la bandiera dell’Europa. Forse sarebbe ora di cominciate a crederci per davvero. E anche l’assessore Paola Montano ha voluto dire che «La Festa dei Popoli più che una festa è stata una serie di incontri e scambi fra culture, oggi facciamo pochi passi in città ma questo viaggio insieme deve continuare».

Alfonsina Zanatta, vera anima non solo organizzativa della manifestazione, ha ricordato alcuni momenti di questi giorni di eventi. Il Convegno del 5 ottobre che ha fatto il punto sull’accoglienza, il primo aperipopoli in cui si sono aperte del porte dell’accoglienza migranti della Caritas, il torneo di calcio inter-etnico «Che è anche servito a far collaborare fra loro alcune delle cooperative che si occupano dei migranti».

Sara Ghirardi, del Centro Territoriale Volontariato, altro partner storico, ha infine letto la parte finale di un “manifesto” che raccoglie otto anni di riflessioni sul tema popoli, accoglienza, integrazione. Firmato per primo dal vescovo e poi da sindaco e autorità, ma anche da decine e decine di giovani, vercellesi e stranieri, persone comune, protagonisti del volontariato.

Riportiamo alcune delle “parole d’ordine” scritte in questo documento, da meditare ogni volta che siamo tentati di cedere alla paura del diverso, che siamo infastiditi da chi vive insieme a noi.

«Porre attenzione per ogni persona; riconoscere e rispettare la dignità delle persone; pensare a tutte le persone come a una ricchezza; valorizzare le diversità; scambiare culture; crescere in atteggiamenti di accoglienza; costruire una cultura comune; riflettere insieme su temi quali la salute, l’alimentazione, il lavoro, l’ambiente; avere spazi per condividere abilità; dialogare sul futuro. E noi desideriamo prendere un impegno in prima persona per: accostarci all’altro come a un fratello; condividere la cultura del nostro paese d’origine; rispettare le culture altrui, combattere i pregiudizi, promuovere ed agire una comunicazione non violenta; ascoltare profondamente le storie raccontate da ciascuno; lavorare per costruire reti; partecipare a progettazioni condivise; mettere al servizio le nostre competenze».

«Abbiamo una luce nel cuore» le riassume tutte, una fiammella accesa che si è vista concretamente fra i giovani che sono stati i veri protagonisti dell’edizione a cominciare dai ragazzi del Servizio Civile che hanno lavorato sodo in tutte le occasioni, ma anche i ragazzi che hanno cominciato il loro viaggio sotto un altro cielo e che ora sono nostri compagni di strada.

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