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Emergenza coronavirus: come riconoscere le fake news

I consigli dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso per "stanare" e proteggersi dalle notizie false.

Emergenza coronavirus: come riconoscere le fake news
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Le cosiddette "fake news", ossia le notizie false, trovano purtroppo terreno particolarmente fertile in un momento di emergenza come quello attuale. L'agenzia Eo Ipso fornisce alcune indicazioni utili per riconoscerle.

Notizie false

Non sono solo un fastidio. La “diffusione di notizie false e provocatorie” può avere conseguenze gravi. Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso, forniscono alcuni suggerimenti per difendersi e identificare l'informazione falsa. «Le fake news - spiegano - fanno leva sul sensazionalismo, sulla falsa esclusività della notizia veicolata e sono caratterizzate da titoli creati ad arte per invogliare a cliccarci sopra».  La prima cosa da fare per appurare la veridicità di una notizia è controllare la fonte. Se arriva da un giornale, una testata online o il blog di un noto giornalista, è stata sottoposta a verifica. Se, invece, chi pubblica non è un organo di informazione, ma un sito generico, meglio proseguire con i controlli.

I controlli

E' possibile risalire dalla news alla fonte originaria? Per esempio, se una notizia parla di un’azienda, normalmente quell'informazione è reperibile anche sul sito istituzionale della stessa industria. Se parla di un provvedimento istituzionale, certamente deve essere stato pubblicato anche sul sito dell'ente in questione. Se non si trova la corrispondenza, meglio dubitare. Occorre poi controllare se la stessa news è data da più fonti attendibili: se una notizia clamorosa è vera, infatti, in poco tempo viene ribattuta da tutte le agenzie di stampa e dai media. Quindi, se il presunto «scoop» si trova solo su un sito generico, meglio dubitare.

Le notizie sui social

«Controllate che la persona che l’ha postata sia reale, un trucco può essere controllare da quanto esiste il profilo - suggerisce l'agenzia - Quanti post ha? Se sono molto pochi, tipo due o tre, il rischio che sia un falso esiste. Ci sono almeno tre o quattro immagini della persona di quel profilo? Anche questo è dato indicativo: spesso i fake hanno una foto sola o non ne hanno. E sono pochi i profili reali senza una foto rispetto a quelli che la mettono. Succede spesso anche quando rubano l’identità di una persona. Su Facebook si può vedere se il profilo partecipa a dei gruppi e, anche, se non sono riservati, che amici ha. Sono tutte informazioni che ci aiutano a fare un quadro di chi sta dietro la notizia che ci viene data. Se ci si accorge che la notizia proviene da un fake, meglio segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi trarre in inganno. Non condividete una notizia se non siete sicuri della sua veridicità.
Non mettete reazioni a un post se non siete sicuri della fonte: le fake news spesso si diffondono facendo leva proprio sull'emozione di poter essere tra i primi a condividere con gli amici una notizia estremamente positiva o molto negativa».

Vittime delle fake news

Se come azienda od organizzazione ci si trova vittima di una notizia falsa, è determinante agire velocemente, per arginare la diffusione di notizie false con delle notizie vere. Ancora prima di fare una denuncia per diffamazione, occorrre chiedere che le notizie vengano rimosse, segnalatele sui social come false, e fate fare la stessa segnalazione dai vostri collaboratori. Contemporaneamente, va preparato e diffuso il più velocemente possibile un comunicato stampa per denunciare l'attacco, spiegare quale sia realmente la situazione e illustrare le azioni che sono state intraprese, o che si intende mettere in atto, per fermare l'attacco. Così facendo, nel 90% dei casi, la verità soppianta le fake. «Se siete sotto attacco serve un monitoraggio costante di ciò che viene pubblicato sui social, sul web e sui media in generale - suggeriscono ancora da Eo Ipso - in modo da poter agire istantaneamente la situazione».