Detenuto si impicca, salvato da un agente

Il fatto è avvenuto a Torino, l'uomo della Polizia Penitenziaria si è lanciato ed ha sorretto l'aspirante suicida che si era già lanciato con il cappio al collo.

Detenuto si impicca, salvato da un agente
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Il fatto è avvenuto a Torino, l'uomo della Polizia Penitenziaria si è lanciato ed ha sorretto l'aspirante suicida che si era già lanciato con il cappio al collo.

Un detenuto in carcere a Torino è stato salvato dal suicidio per opera di un agente di custodia, lo comunica il sindacato "Sappe", ed è una storia che vale la pena di riportare.

“Un solerte Agente di Polizia Penitenziaria, in servizio come preposto, ha con il proprio intervento evitato il suicidio a mezzo impiccamento di un detenuto con fine pena 2023. Il poliziotto, accortosi nel suo giro di ispezione che il detenuto era già con il cappio al collo e un sacchetto in testa, servendosi del lenzuolo legato ai ferri del finestrone della cella proprio nel momento che lo sventurato si lasciava andare dallo sgabello che lo sorreggeva, con fulmineo intervento il nostro Agente di Polizia Penitenziaria – con coraggio e sprezzo del pericolo – è riuscito a sorreggere il corpo già penzoloni evitando il peggio, anche con l'ausilio di altri colleghi richiamata in aiuto. Questa è l'opera oscura della Polizia Penitenziaria, dietro quelle mura carcerarie, con i suoi eroi silenziosi”.

Ne da notizia Vicente SANTILLI, segretario regionale piemonetse del SAPPE, che esprime “soddisfazione per la professionalità dimostrata dal nostro poliziotto penitenziario, attento ad interpretare i segnali di criticità e prevenire i rischi di atti inconsulti”. “Ogni anno”, aggiunge, “l’esperienza e la scrupolosità della Polizia penitenziaria cura il mal di vivere di migliaia di persone malgrado le note problematiche del sistema ed, in particolare, della carenza d’organico”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, evidenzia che “solo grazie alla intervento della Polizia penitenziaria si è riusciti a salvare un altra vita umana. Mi auguro che l’Amministrazione penitenziaria proponga la poliziotta che ha sventato il suicidio per una adeguata ricompensa a livello ministeriale. Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere - come a Torino - con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Non si possono dunque ritardare ulteriormente la necessità di adottare urgenti provvedimenti per la Polizia Penitenziaria di Torino: non si può pensare che la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri piemontesi e del Paese (oggi affollate comunque da oltre 53mila 700 detenuti) sia lasciata solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia, sotto organico di 7mila unità e penalizzati dalla Legge di stabilità 2016 che per altro ha bocciato l’assunzione straordinaria di 800 nuovi Agenti”.

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