CRONACA: Migliaia di confezioni di caffè sequestrate
E' successo a Torino, un importatore distribuiva caffè del Guatemala, ma proveniva invece da Vietnam e Uganda.
E' successo a Torino, un importatore distribuiva caffè del Guatemala, ma proveniva invece da Vietnam e Uganda.
Una "truffa del caffè" scoperta a Torino ma che potrebbe avere avuto una diffusione sul resto della regione. In sintesi la Guardia di Finanza di Torino ha scoperto nel deposito di un importatore di caffè nel quartiere delle "Vallette" non i chicchi di qualità del presunto Caffè del Guatemala che la ditta vanta di importare, invece era un prodotto importato da Vietnam e Uganda. Coinvolte, oltre 10.000 confezioni di caffè pronte per l’immissione in commercio ed altre 100.000 ancora da confezionarsi; 500.000 euro il valore della merce sequestrata. I Baschi Verdi del Gruppo Torino, nel corso dell’intervento, hanno sequestrato derrate di Caffè, Orzo solubile, Ginseng in polvere ed imballi impiegati nel confezionamento, comprese le classiche cialde destinate ai clienti dei bar di Torino e provincia, nonché i macchinari e le attrezzature impiegate nel processo industriale.
Le indagini dei Finanzieri hanno consentito, inoltre, di ricostruire la filiera relativa all’importazione dall’estero dei prodotti destinati al mercato torinese. Cina e Polonia questi sono risultati essere i Paesi di provenienza del Ginseng e dell’Orzo, che senza alcuna processo industriale di trasformazione “sostanziale” venivano poi immessi in commercio con l’indicazione di prodotto italiano. Mentre il caffè riportante l’indicazione di provenienza di uno dei paesi più noti al mondo quale produttore di caffè di qualità, nella fattispecie il Guatemala, di fatto, era composto da miscele asiatiche e, in minor percentuale, da altre provenienti dal sud-america. Inoltre, il prodotto era destinato ad un packaging, ad atmosfera protettiva, riportante un marchio contraffatto. Il responsabile, un imprenditore italiano sessantenne, operante nel settore da anni, dovrà rispondere, all’Autorità Giudiziaria, di frode in commercio nel settore alimentare; rischia fino a 3 anni di reclusione.