Un caso infinito

«Comune e Atc ignorano una Pec da quattro mesi»

Loris Galliani sulla questione legalità in via Monte Bianco 15: «Non hanno mai risposto in modo ufficiale e risolutivo alle nostre domande».

«Comune e Atc ignorano una Pec da quattro mesi»
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Nella foto Galliani in occasione della sua protesta del 2021 quando si incatenò al colonnato del municipio di Vrecelli.

In via Monte Bianco 15 è cambiato molto poco, al di là di qualche intervento (in ritardo) su problematiche come il portoncino d’ingresso, che era stato montato male, e finalmente la coibentazione del sottotetto. Il fatto è che Comune a Atc hanno per ora ignorato delle Pec ufficiali, da parte dell’avvocato di Loris Galliani e di un suo vicino, nelle quali si chiedeva di conoscere le ragioni normative per cui non è stato fatto nulla per imporre la legalità nel condominio.

"Ignorate le Pec del miol legale"

Vi scrivo - scrive Galliani al giornale - a seguito degli aggiornamenti ottenuti dal mio legale. E’ dal 14 ottobre 2021 che Comune di Vercelli e Atc, entrambe amministrazioni pubbliche, non hanno ancora risposto alla lettera che il mio avvocato ha inviato, con relativo sollecito del 23 dicembre, proprio per capire quale intoppo ci sia nel mandare via uno stalker da un alloggio popolare di cui non dovrebbe più diritto di abitazione, oltre al fatto che ci sono altri motivi sempre legati all’illegalità commesse dalla stessa famiglia». In questi mesi c’era sì stato l’interessamento dell’assessore alle Politiche Sociali di Vercelli Ketty Politi, con una proposta di allontanamento della madre di Galliani, visto che la famiglia dello stalker non aveva accettato altra sistemazione, ma non una risposta ufficiale dell’amministrazione, con i riferimenti specifici richiesti dal legale. Sono quindi passati i 30 giorni canonici per una risposta scritta. Galliani ripercorre i rapporti intercorsi con Comune e Atc. «Dopo gli innumerevoli contatti con l’assessore Evangelisti nel corso degli ultimi anni e dopo aver ottenuto l’attenzione e colloqui con il Sindaco di Vercelli avvocato Andrea Corsaro in persona, dove entrambi sui giornali dichiaravano di aver preso a cuore la situazione, e promesso di prendere gli opportuni provvedimenti per garantire la sicurezza dei condomini, dicendo di svolgere anche riunione con Atc (a quanto pare mai svolte) oggi, a distanza di un anno dalla sentenza di stalking condominiale, non è stato preso nessun provvedimento.

"Volevamo semplici risposte"

Le lettere di ottobre e dicembre erano indirizzate proprio alle persone di competenza di cui per il Comune il Sindaco e l’assessore alle politiche sociali, mentre per Atc il presidente avvocato Ma rch i o n i . Nelle comunicazioni si fa riferimento alla grave situazione abitativa in cui ci troviamo, io e un altro inquilino in particolare, ma un po’ tu t - to il caseggiato. e si chiede: semplicemente: “vo gliate pertanto cortesemente notiziarci sulla eventuale esistenza di impedimento a carattere normativo e/o procedurale, che possano aver ostacolato, sin ad ora, l’assunzione di provvedimenti richiesti”». In altre parole si vogliono conoscere, nero su bianco, quali sono le normative vigenti che impediscono a Comune e Atc di allontanare in modo coatto lo stalker, certamente non mettendo una famiglia per strada, ma imponendo il trasferimento in un altro palazzo. «In attesa di una risposta, nel mese di dicembre, - continua Galliani - c’è stato uno scambio di comunicazioni con il Presidente di Atc, il quale ha comunicato di aver preso in carico la richiesta ed inviato tutto agli uffici di competenza, dove avrebbero valutato anche risoluzione del contratto oltre a confermare che, a distanza di un anno ancora non sono stati effettuati gli accertamenti sul ripristino dei lavori abusivi svolti sempre dalle stesse persone. Ad oggi ancora nessuna risposta ufficiale se non la soluzione più “veloce ed efficac e”, così definita, di cambio alloggio per le vittime, affermazioni dei tecnici sopra citati: un cambio alloggio alle vittime è la soluzione più facile, ma non è certo un modo di adempiere ai propri doveri di amministrazioni pubbliche.

Spero che questa testimonianza sulla grave inefficienza di questi due enti, nel nostro caso, ma che vediamo emergere anche in altre situazioni, smuova le forze politiche di opposizione le quali, finora, guardano indifferenti a come un palazzo venga soggiogato da chi se ne frega della legalità, tutelati di fatto da chi si è impegnato a prendere in carico e a cuore la nostra sicurezza. E non solo la protezione da uno stalker, a tutt’oggi nessuno può dire che i lavori di ripristino degli abusi edilizi non abbiano causato danni più gravi, visto che io avevo segnalato come questi si siano svolti senza un cantiere a norma e utilizzando persino dei bambini per trasportare i materiali. Causando peraltro danni all’ascensore». In pratica un alloggio venne “sventrato”, senza alcuna autorizzazione, poi Atc impose il ripristino, senza però controllare che ciò sia stato fatto a regola d’arte. Forse bastava accertare la violazione, dichiarare l’alloggio non più agibile e trasferire altrove gli occupanti. Tutto molto semplice e lineare, ma così non è stato. Galliani ha pagato di tasca sua una forte somma in spese legali per ottenere che venisse accertato un abuso da lui immediatamente denunciato, ma per mesi del tutto ignorato.

Due domande

«Concludo - scrive Galliani - facendo due domande: è normale che alle vittime di stalking, dopo essersi esposte e indebitate, venga proposto un allontanamento?; È normale che se un privato cittadino svolge delle irregolarità edilizie, venga perseguitato dalle autorità di competenza, mentre per questi personaggi vige l’anarchia completa? La legge non è uguale per tutti?».

Gian Piero Prassi
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