Un fatto incredibile

Cimitero monumentale: si rubano anche le statue

Allarme di Italia Nostra che chiede più sorveglianza e attenzione.

Cimitero monumentale: si rubano anche le statue
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Una lettera ricevuta in redazione affronta il tema di furti di opere d’arte al cimitero di Billiemme,
Una piaga che si è acutizzata. Dopo il furto dei due busti di Camillo Leone (fondatore dell’omonimo Museo) e dello zio Amedeo si sono portati via una pesantissima statua di 1 metro e 70 in bronzo.

Una statua di bronzo sparita all'improvviso

«Egregio direttore - così esordisce il nostro lettore Giovanni Cannavale - ho visto su “Notizia Oggi” di lunedì 19 ottobre del lavoro di pulizia che gli scout stan facendo al cimitero di Billiemme, mi sono inorgoglito, mi han dato speranza. Vogliamo bene ai nostri ragazzi.
Ma le scrivo per altro, per i furti al cimitero. Molto si è scritto in questo periodo, se permette, lo faccio anch’io, allegando alla scritto una fotografia. E’ del professor Giovanni Rosso, si trova a pag. 30 del volumetto, piccolo ma prezioso, scritto dallo stesso professore, dal titolo “Billiemme monumentale”, sottotitolo: “Il cimitero vecchio”, si vede bene una statua con figura di donna, posta all’esterno di una cappella, altezza naturale, in bronzo fuso, che volge mestamente lo sguardo all’interno della costruzione, in direzione dei loculi ove riposano i propri cari. La cappella è della famiglia Crosio. La scultura è di Francesco Porzio, fine ‘800. La notizia è, signor direttore, che la statua non c’è più, rubata, strappata dalla sua sede e portata chissà dove. Il furto, ne son certo, avvenne tra gli ultimi giorni di agosto e i primi di settembre di quest’anno, 2020, da dimenticare.
Ovviamente mi unisco al coro di chi chiede maggiore sicurezza, una più puntuale sorveglianza, per cercare di salvare quanto c’è ancora di salvabile nel nostro cimitero. Nel volume celebrativo della storia dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli, stampato nel 1990, a pag. 102, si legge, da diario del Porzio, scultore, che varie sono le sue opere sparse un po’ ovunque nel Billiemme, una è proprio la scultura della donna dolente in bronzo fuso. di cui parliamo. “il cui gesso si conserva presso l’Istituto”. Ebbene, non sarebbe giusto e lodevole rintracciare questo gesso, posarlo nel luogo esatto ove lo scultore pose la donna in bronzo, restituendo così un pezzetto di memoria al nostro cimitero di Billiemme? Si potrebbe osservare che viviamo un gran brutto periodo, è vero, una cosa comunque non esclude l’altra.
Ragionando in questo modo arriveremmo a rimandare, se non annullare le “Giornate del Fai”!».
Il signor Giovanni ci ha accompagnato a vedere, il “taglio” della base è slabbrato e approssimativo, mentre i bronzi del Leone sono stati strappati in modo più “selvaggio”.

Com'è possibile?

La domanda che sorge spontanea è: «Ma com’è possibile che succeda senza che nessun addetto se ne accorga? Ma i veicoli che entrano vengono poi controllati all’uscita?

Due busti rovinati dal tempo, nessuno li restaura
ma sono capolavori della scultura vercellese.

L'appello di Italia Nostra

Sul caso della scultura rubata è intervenuta anche La Sezione di Vercelli- Valsesia di Italia Nostra, con una recente nota, nella quale l’associazione: «riafferma la propria contrarietà nell’assistere presso il cimitero di Vercelli alla continua spoliazione delle opere d’arte, come busti, bronzi, decorazioni bassorilievi e statue, collocate sulle tombe di vercellesi illustri del passato, che si verifica ormai da anni con preordinata regolarità.
Questa situazione rivela una pessima sensibilità per la tutela e la salvaguardia del notevole patrimonio storico ed artistico presente nel cimitero cittadino, considerato “monumentale” proprio per la ricchezza di opere d’arte che lo contraddistinguono e che fortunatamente ancora possiede, forse per poco tempo.
Al fine di bloccare questo sfregio alla città di Vercelli, la Sezione di Vercelli- Valsesia considera essenziale programmare, al più presto, un progetto di schedatura di tutte le opere ancora esistenti, compresi i busti e le statue che si trovano abbandonati sotto i portici del chiostro presso l’entrata del cimitero, provvedendo ad una loro identificazione, al loro successivo restauro e ricollocazione nella loro sede originaria.

Serve una stretta sorveglianza

E’ necessario intervenire comunque con una stretta sorveglianza del cimitero per impedire ulteriori furti, come quello avvenuto in tempi recenti, e relativo ad una statua di “dolente” in bronzo, alta 1 metro e 70 di “dolente” di peso e mole ragguardevole.
Questa Sezione, mentre dichiara la propria disponibilità a contribuire alla realizzazione del suddetto progetto, ribadisce la necessità di contrastare lo scempio che si sta perpetrando al fine di evitare il depauperamento di un patrimonio insostituibile di memorie della nostra città che è racchiuso nella città dei “dormienti”».

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