Carrozzeria "fantasma": niente in regola

Scoperta dalla Guardia di Finanza a Torino, due denunciati.

Carrozzeria "fantasma": niente in regola
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Carrozzeria "fantasma": niente in regola. Scoperta dalla Guardia di Finanza a Torino, due denunciati.

Carrozzeria "fantasma": niente in regola

La notizia arriva da Torino e fa capire quanto ci sia ancora da fare sul fronte del lavoro sommerso. Due "soci" di 50 e 70 anni, avevano messo su un'officina auto, con capannoni per 2.000 metri quadri, abusivi, nessuna misura anti-infortunistica, con impianti improvvisati e inquinanti e ovviamente del tutto ignota al Fisco.

Tutto è andato bene finché non è arrivata la Guardia di Finanza di Torino. L'attività si trovava nel quartiere “Madonna di Campagna”. L'area era stata individuata grazie alle
riprese di un elicottero della sezione aerea di Varese.

Capannoni nascosti e ingresso a invito

I capannoni erano accuratamente nascosti e protetti con delle recinzioni, così da impedire agli estranei di vedere all’interno; solo i clienti, dopo aver telefonato, venivano ammessi.

All’arrivo dei militari, numerose erano le autovetture in attesa di manutenzione, dal cambio della centralina del motore, alla sostituzione dell’elettrovalvola... una motocicletta era pronta per la “cottura” in forno.

I due "furbetti" sono due italiani residenti a Torino un ex meccanico 7oenne in pensione e un 50enne non specializzato che aveva allestito un "forno da carrozziere" e aiutava nelle riparazioni.

Hanno pure inquinato

Oltre all’aspetto fiscale della vicenda, che sicuramente avrà un suo seguito, sono state
numerose e gravi le irregolarità riscontrate dai Finanzieri; nessuna misura antinfortunistica era presente nei vari locali, né estintori né impianti di aerazione a norma o di recupero dei fumi o vapori, causando in tal modo la liberazione in atmosfera dei residui delle verniciatura.

Numerosi i reati contestati ai due: si va da quelli di natura ambientali fino all’abuso edilizio, dalle violazioni per le gravi carenze delle norme a tutela dei lavoratori sino allo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
Al termine dell’operazione tutta l’area e i macchinari sono stati sequestrati. Ora la Finanza sta determinando l'ammontare delle somme evase e la relativa sanzione.

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