La forza delle tradizioni

Caresana: il virus non ferma il voto a San Giorgio

Il 26 aprile quattro carri trainati dai buoi porteranno a tutti il pane benedetto.

Caresana: il virus non ferma il voto a San Giorgio
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Nella foto una passata edizione della Corsa dei Buoi di Caresana.

Che la Corsa dei Buoi numero 784 di Caresana non potesse aver luogo era scontato da tempo. Ma anche se non ci sarà la "competizione", con il consueto tripudio di folla, quattro coppie di carri trainati dai buoi domenica 26 aprile faranno il tradizionale percorso, senza correre, per poi portare nelle vie del paese, a tutte le famiglie, il pane benedetto. E' stata una decisione corale che il sindaco Claudio Tambornino ha annunciato con un comunicato che in realtà è una lunga lettera d'amore per le tradizioni per un Voto che la peste del terzo millennio non può e non deve fermare. Oggi come nel 1236 la comunità si rivolge al suo Patrono per chiederne la protezione.

Il programma

Domenica 26 aprile 2020 una versione rivista della classica patronale che prevede:

  • Ore 10.00 i carri si ritrovano presso la Chiesa di San Giorgio in ordine predefinito
  • Ore 10.15 benedizione del pane
  • Ore 10.30 un carro alla volta gira attorno alla Chiesa e si indirizza lungo il percorso per le vie del paese indicate per la consegna del pane, l’ultimo carro inizia la distribuzione su Corso Roma

Il tutto ovviamente con le misure di sicurezza previste dalle vigenti disposizioni sanitarie.

Il messaggio d'amore del sindaco

“sino da tempo immemorabile … votata una chiesa a San Giorgio e distribuzione di pane ai poveri del paese” … “in occasione di tremenda epizoozia” e che “cessato [il flagello] d’allora in poi sempre si solennizzò con pompa tale giorno anche con una corsa dei buoi”

Quella inesauribile fonte di notizie e vicende che è “La storia di Caresana” dell’illustre storico Virginio Bussi ci permette una lettura approfondita di fatti che sembrano perdersi nel passato della comunità caresanese e così lontani da sembrare impalpabili.

Oggi come allora...

Quel 1236, quando nacque la Compagnia di San Giorgio, non fu un anno come un altro perché la povertà era una abitudine, purtroppo, e ancor di più la peste colpiva chiunque, senza distinzione.

E ai giorni nostri, quel 1236, ritorna ad essere vivo più che mai. Ma noi siamo nel 2020? come può succedere? E invece ci troviamo di fronte a nuovi poveri, nuove fatiche, nuovi sfortunati e nuova peste.
In comune abbiamo attivato la colletta alimentare che ci permette di distribuire generi alimentari, stiamo distribuendo voucher per la spesa per chi ne ha bisogno,

E come allora, con le debite differenze, stiamo affrontando questa sciagura con tutto quello che la nostra anima sa offrire.
Allora quattro carri trainati da buoi portavano il pane ai poveri del paese partendo dalla Chiesa di San Giorgio, a quell’epoca fuori paese, raggiungendo gli umili e gli ultimi che vivevano nei pressi della rocca di Caresana. Per scioglier un voto e il debello della peste.
Poi diventò una corsa. Poi si trasformò fino ai giorni nostri.

Recuperare il significato di una tradizione

E oggi è il momento per recuperare il vero significato, quello per cui nacque la Compagnia di San Giorgio, per la peste, “con istrumento generale” di fare e distribuire il pane. Non di correre, non di gareggiare, ma di sciogliere il voto distribuendo il pane. 
Ci sarà il tempo per correre, torneremo tutti a correre ed abbracciarci per una vittoria e questa volta sarà la vittoria di tutti.

Ecco che, di fronte a questo infausto periodo che stiamo vivendo, ci corre l’obbligo, mai come ora, di affrontare questo flagello nel rispetto del nostro credo religioso e della nostra fede. Non possiamo permetterci di sottovalutare il nemico che tra noi si aggira, non possiamo festeggiare in pubblico e non possiamo permetterci di abbassare le difese. Occorre stare a casa.

Il voto si scioglierà

Ma il voto a San Giorgio si scioglierà, perchè non permetteremo che, come narrano i nostri anziani … “quando essa [la corsa] non aveva luogo, di notte, tra il fragore di lampi e tuoni, si erano uditi, per le strade del paese, lamentosi muggiti di buoi e rumori di carri in corsa.
Oggi quattro carri trainati dai buoi attraverseranno tutto le vie del paese, partendo dalla Chiesa di San Giorgio, ora ai bordi del nostro paese, portando il pane benedetto a tutti noi, che mai come ora ci sentiamo gli ultimi di allora.

Un'idea spontanea

Questa idea è nata spontanea nel cuore di persone che amano Caresana, i Caresanesi e la Corsa. Questa idea è nata perché chi l’ha proposta crede fermamente nel valore cristiano della nostra celebrazione. Questa idea non sarà e rimarrà una idea ma sarà la realtà della nostra festa il 26 aprile.
A tutti i Caresanesi si chiede di festeggiare San Giorgio nelle proprie abitazioni, il luogo più sicuro e più accogliente che il mondo possa offrire, al riparo da ogni tentazione per tornare il prima possibile protagonisti della propria vita.
San Giorgio raggiungerà ogni casa, come vuole la nostra tradizione, come vuole la nostra fede, per una grande festa.

Il giorno 26.04.2020 distribuzione (porta a porta) del pane benedetto secondo il rituale del 1236 alle Famiglie Caresanesi.
La Chiesa di San Giorgio resterà chiusa, nessuno potrà prendere parte alla distribuzione eccetto le persone che verranno individuate con Ordinanza sindacale che prevederà le misure di sicurezza atte a disciplinare in modo esaustivo le regole definite dalla normativa nazionale e regionale per l’emergenza sanitaria Covid – 19 e al fine di preservare la sicurezza di tutte le persone.

Se #iorestoacasa faccio un grande gesto d’amore per tutti.

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