Cannabis light: boom di acquisti con il secondo lockdown
Nell'ultimo anno l’azienda Legal Weed ha registrato un incremento del fatturato italiano del 76%.

Come è cambiato il consumo della cosiddetta “cannabis light” nell’ultimo anno, con la pandemia? Davide Fortin, ricercatore all’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting, ha condotto una ricerca su oltre 8mila persone.
In crescita
Dalla prima settimana di marzo del 2020, alla prima settimana di marzo del 2021, l’azienda Legal Weed ha registrato un incremento del fatturato italiano del 76%. Attualmente si stima un mercato, comprensivo del consumo domestico e del prodotto che viene esportato, che si attesta intorno ai 200 milioni di euro tra infiorescenze (almeno 150 milioni) e prodotti a base di CBD.
I consumatori
La ricerca ha evidenziato che i giovani tra i 18 e i 22 anni provano il prodotto, anche se i maggiori consumatori sono gli over 30, anche perché hanno più potere di acquisto, con una spesa media, per i consumatori regolari, di 50 euro al mese. Ma è un prodotto usato anche dagli anziani: in Italia fino ai 70 anni e in Francia anche gli ottantenni, una differenza che può essere data dal fatto che in Francia si fa molta fatica a reperire cannabis medicinale in farmacia.
Sostituzione
Per quanto riguarda i motivi che spingono all’uso, si osserva che un largo uso esiste anche per sostituire altre sostanze: uno su due la compra per sostituire la cannabis con THC, nella maggior parte dei casi perché durante la pandemia non riuscivano ad acquistarla, e per ridurre l’uso. Poi viene usata in sostituzione del tabacco (una persona su dieci) e anche per ridurre bevande alcoliche o farmaci come gli antinfiammatori, analgesici, rilassanti e sonniferi, e infine sostanze come eroina e derivati dell’oppio. Un consumatore su cinque dichiara invece di scegliere la cannabis light per una questione di benessere.