Antonio Corona: una vita dedicata a San Germano

Dall'archivio del nostro giornale frammenti della sua vasta produzione.

Antonio Corona: una vita dedicata a San Germano
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Antonio Corona: una vita dedicata a San Germano. Dall'archivio del nostro giornale frammenti della sua vasta produzione.

Antonio Corona: una vita dedicata a San Germano

Nella foto sottostante:

Corona, primo da destra, con Fabrizio Bragante e Rachele Gobbi nel 2013 per la presentazione di una raccolta poetica di Bragante.

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Antonio Corona era una delle voci e delle penne (purtroppo sono sempre meno) in grado di raccontare non solo la storia, ma l'anima del nostro territorio.

Ha all'attivo oltre 15 volumi, dalla metà degli anni Settanta e anche nell'ultimo periodo, è stato molto attivo l'ultimo lavoro presentato pochi mesi fa, è stato «Notarelle Sangermanesi».

Per anni fu il corrispondente del bisettimanale “La Sesia”, dunque anche giornalista che ha curato le cronache locali sempre con grande attenzione.

Un grande amore per il suo paese

Chi scrive l'aveva incrociato alcune volte. Un uomo cordiale che faceva trasparire naturalmente il suo amore per il paese e il desiderio di raccontarlo.

Dai nostri archivi traiamo tre frammenti di articoli, nel ricordo di una persona che con costanza e passione ha cercato negli archivi e nelle memorie le tracce di una storia secolare e della cultura della civiltà contadina che fino a pochi decenni fa era ancora fiorente.

Una persona conosciuta nel mondo della cultura del Vercellese e anche oltre, un esponente di quel "manipolo" di "cantori della storia locale" come fu anche il suo amico Arnaldo Colombo di Rovasenda. Faceva anche parte della "Società Storica" di Vercelli, a dimostrazione della stima che godeva e proprio da una pubblicazione dell'associazione partiamo in questo breve excursus.

Santa Maria della Consolazione

«Il Convento agostiniano di Santa Maria della Consolazione di San Germano Vercellese», in collaborazione con Giorgio Tibaldeschi, pubblicato dalla “Società Storica Vercellese”.

Nasce da un manoscritto, la cui attribuzione è incerta, secondo certi indizi è di Carlo Antonio Coda, secondo altri andrebbe ricondotto a padre Aurelio Corbellini. E' il “Manoscritto d'Oropa”, ritrovato nella biblioteca del santuario dallo studioso biellese Mario Coda e che Corona aveva già affrontato.
Nel saggio il manoscritto è pubblicato integralmente, a cura dello stesso Coda, con note esplicative. Da questa fonte prendono spunto i commenti e le storie di Corona intorno a diversi personaggi ed eventi del paese. Come suo costume ha saputo inserire il paese anche nella Grande Storia, citando ad esempio il “Salto di Carlo”, riferito a Carlo Magno che nelle sue campagne belliche toccò anche il territorio sangermanese.

Il ritratto di un beato

E così egli stesso parlava del libro sul Beato locale don Guido Spatis, nel 2014.

«La lettura del libro permette di avvicinarsi alla figura di un beato quasi sconosciuto e di comprendere le due anime di Spatis, da un lato l'uomo di fede, dall'altro l'uomo intelligente e impegnato per la sua comunità. È un esempio, quello del beato Guido Spatis, che fa riflettere per le vicissitudini della sua vita e per il suo costante impegno religioso, diplomatico e civile».

Due illustri sangermanesi

Ed ecco una recensione risalente all'anno 2016

Antonio Corona è una delle memorie storiche di San Germano Vercellese, nonché componente della «Società Storica Vercellese», ha all’attivo già diversi saggi ed ora si presenta ai suoi compaesani, ma non solo, con un libro in cui fa il ritratto di due illustri sangermanesi: il maestro Alessandro Gionino, e il dottor Luigi Gazzone, e dà uno sguardo alla tradizione del pellegrinaggio alla chiesetta di San Vitale a Roppolo. «Un Maestro, un Medico e un Pellegrinaggio Sangermanesi» è pubblicato con il patrocinio dell’amministrazione comunale ed è un regalo di Corona ai compaesani.
Sono 52 pagine, ma il valore di un libro di questo genere non si dà a peso, sta nel riportare di fronte a noi vividi e reali, figure e immagini che hanno fatto la storia con passione e impegno a favore della collettività. Alessandro Gionino è stato un fervente apostolo del socialismo, un bel “mangiapreti” che veniva spesso preso di mira dal giornale cattolico di allora, anche perché era non solo un attivista per l’eguaglianza sociale, ma pure un gran bevitore... Il maestro formò generazioni di socialisti. Passò anche dai campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale. Corona lo disegna a tutto tondo, con le luci e le ombre, ricostruendo tutti i legami e le vicende della sua vita. Completo ed appassionato anche il ritratto di Luigi Gazzone (nel ritratto riprodotto), medico condotto, amatissimo e papà del maestro Enzo Gazzone, uno dei più importanti artisti vercellesi, che prese dal genitore, pittore per diletto, l’amore per l’arte. ll capitolo dedicato al Pellegrinaggio a San Vitale serve invece a riportarci nel 1618 e dintorni per parlarci di come la comunità sangermanese evitò un saccheggio delle milizie spagnole, fatto che venne attribuito all’intercessione di San Vitale, da qui la secolare tradizione. Insomma un libro da leggere d’un fiato.

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