lettera aperta

"A Carlo Olmo in nome dell'Italia il grazie più sincero"

La lettera aperta del giornalista cattolico Maurizio Scandurra perché anche le istituzioni locali possano concorrere in armonia a uno straordinario disegno di Carità che indica la giusta strada per la rinascita.

"A Carlo Olmo in nome dell'Italia il grazie più sincero"
Pubblicato:

Riceviamo e pubblichiamo.

San Paolo di Tarso esortava spesso i primi cristiani al grido di “Al di sopra di tutto via sia la carità, che è vincolo di perfezione”.
Alla luce doverosa di questa premessa, ritengo che l’esempio fortificante e trascinante insieme del Cavalier Carlo Olmo rappresenti per Vercelli la più importante occasione di riscatto e promozione dal Dopoguerra a oggi.
Una Città che ha sempre fatto parlare bene di sé per le proprie bellezze, le numerose secolari chiese, i sapori, per le sue risaie e le imprese storiche degne di nota: che, seppur come tutti, con sacrificio e altrettanto impegno continuano a resistere alla crisi e le intemperie da Covid.
Un uomo che, calandosi a pié pari nella dimensione di un contingente intriso di bisogno e sofferenza diffusi, si fa giornalmente allegoria vivente di quella genuina e tipica santità sociale che in epoche non lontane aveva già ardentemente infiammato d’amore cocente e contagioso il cuore di figure preziosissime nella storia del Piemonte e d’Italia.
Mi riferisco a San Giuseppe Cafasso, San Giovanni Bosco che ne fu allievo, San Giuseppe Benedetto Cottolengo, San Leonardo Murialdo e i Beati Piergiorgio Frassati e Giacomo Alberione: questi ultimi due in particolar modo in epoche non sospette già alfieri, a cavallo tra Otto e Novecento, di un paradigma vivificante e corretto nell’impiego sapiente della cosiddetta comunicazione di massa allora ancora agli albori.
Lo stesso fa oggi in versione 3.0 l’Avvocato e altresì stimato Maestro di arti marziali. Ma, soprattutto, di Arte della Vita divenuto a onor del merito Cavaliere della Repubblica per volere del Presidente Sergio Mattarella.
Quel Lupo Bianco d’infinito candore vestito, così profondamente animato da un’inesauribile, profonda volontà di riconoscersi umano fra gli umani, uomo fra gli uomini, seguendo la propria innata vocazione filantropica sulle orme del Signore Gesù: anche in questo nuovo ‘Charity Tour’ ormai prossimo alla partenza. A bordo di quei bus turistici che da troppo tempo giacciono inerti e scalpitanti: restituendo così anche loro attenzione, dignità e interesse dopo una stagione nera più del nero. Ennesima tappa di un percorso d’amore fraterno che sappiamo essere sempre la penultima, e altrettanto sì commovente.
Innanzi a una persona tanto umile, capace, onesta e concreta quanto evidentemente straordinaria, perfetta incarnazione dell’evangelica esortazione a saper riconoscere il volto di Dio nei poveri, malati, indigenti e sofferenti credo che, in forma plebiscitaria si possa soltanto, sinceramente, dire “Grazie”.
Mi auguro sia così non solo per i molteplici fruitori diretti del suo tsunami di bene, ma anche e soprattutto per le istituzioni locali: chiamate indistintamente, in armonia e in prima persona, a prendere atto e coscienza del fatto, che intorno a Loro, è in atto un qualche cosa di davvero meraviglioso e strabiliante: capace di unire terra e Cielo nell’abbraccio più bello. Quello da troppo tempo quaggiù tristemente negato.
E che in questo complesso momento può certamente, anche in vista del nuovo anno ormai alle porte, fare la differenza. Non solo per il territorio, ma per l’Italia tutta.

Maurizio Scandurra

Seguici sui nostri canali