25 aprile senza fanfare ma con affetto e speranza

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Niente corteo per i viali, niente banda e neanche l'inno della Liberazione, "Bella Ciao". Un 25 aprile così nessuno se lo aspettava a inizio anno. Sarebbe stata l'occasione per una festa ancor più ricca di iniziative e testimonianze, perché sono 75 anni dalla nascita dell'Italia liberata e Libera. Invece pochi gesti e il raccoglimento di pochi attimi sotto al sole di una primavera prorompente da parte del Sindaco di Vercelli Andrea Corsaro, della presidente Anpi Vercelli Elisabetta Dellavalle e del generale Vincenzo Russo in rappresentanza delle associazioni d'arma normalmente presenti alla cerimonia.

Tre meste cerimonie

Alle ore 11 in punto primo atto della ricorrenza, in piazza Cesare Battisti, una sola corona d'alloro deposta ai piedi del monumento da un agente della Polizia Locale mentre si rendeva omaggio alla memoria dei caduti per la Libertà. Poi un mesto corteo di poche persone fino a piazza Camana dove, sotto al famoso monumento opera di Guido De Bianchi, secondo omaggio e brevissime parole pronunciate da Corsaro e Dellavalle. Infine lo stesso rito si è ripetuto ai Rione Cappuccini, alla lapide dei partigiani, evento che di solito veniva svolto nel pomeriggio con una sua apposita cerimonia. Nessuna orazione ufficiale ma un profondo significato di testimonianza, non dimenticare chi ci ha dato la libertà per non dimenticarci che dai momenti di dolore come l'attuale, si può uscire rinnovati.

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