CORNUTI E MAZZIATI

Tra un anno dovremo buttare le nostre auto Euro 5 Diesel

Il temuto blocco è solo stato rinviato. Vi spieghiamo come si è arrivati a questa decisione che ci penalizzerà.

Tra un anno dovremo buttare le nostre auto Euro 5 Diesel
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I lettori di Notizia Oggi Vercelli sono persone attente e hanno l’abitudine di non fermarsi alla superficie delle cose: amano capire i fatti per farsi un’opinione. Così in queste ore in cui si susseguono i comunicati stampa dei parlamentari e degli esponenti della Destra di Governo che annunciano lo slittamento al 2024 delle limitazioni alla circolazione delle auto Euro 5 diesel si chiedono: perché? In effetti la storia contiene alcuni spunti su cui si potrebbe fare molta ironia.

Chi ha sbagliato?

A un lettore distratto potrebbe sembrare che la Giunta Regionale abbia fatto il clamoroso errore di limitare la circolazione degli Euro 5 senza rendersi conto di cosa questo avrebbe comportato. Con il Governo che, nella sua immensa saggezza, ha rimediato a questo svarione. Oppure altri dotati di mentalità complottista potrebbero essere spinti a pensare che la Destra, al Governo in Regione e a Roma, abbia creato il problema per buttare la colpa addosso all’Europa (quei cattivoni di Bruxelles) per poi dimostrare la propria capacità di soluzione dei problemi. Ma anche in questo modo non si spiegano alcune cose e in particolare perché la Giunta Regionale non abbia revocato essa stessa la delibera che introduceva quest’anno le limitazioni alla circolazione degli Euro 5 dopo aver visto le proteste in tutto il Piemonte. La cosa si spiega ancora meno pensando al Governatore della nostra Regione che non difetta di esperienza amministrativa e sensibilità politica (oltre ad avere un grande radicamento territoriale).

Come ci si è arrivati...

Cerchiamo, quindi, di capire le dinamiche che hanno portato allo sviluppo di questa vicenda. Nel 2020 l’Italia è stata destinataria di due sentenze di condanna da parte della Corte Europea di Giustizia perché, secondo la Commissione UE, dal 2008 noi abbiamo superato, in maniera sistematica e continuata, i valori limite giornaliero e annuale applicabili al PM10 e non abbiamo adottato misure appropriate per garantire il rispetto delle norme. Le Regioni coinvolte sono tutte quelle del bacino del Po, con il Piemonte in prima linea. Poco dopo queste condanne, nel febbraio del 2021, si diffonde la notizia di una indagine che investe gli ex Sindaci di Torino Chiara Appendino e Piero Fassino e i governatori del Piemonte Alberto Cirio e Sergio Chiamparino, insieme agli Assessori all'ambiente del Comune Sabaudo Stefania Giannuzzi, Alberto Unia, Enzo Lavolta e agli Assessori Regionali Alberto Valmaggia e Matteo Marnati. Il sospetto dei Magistrati è che non abbiano adottato sufficienti misure, soprattutto in tema di traffico automobilistico e riscaldamento invernale, per contrastare lo smog che dal 2015 a quel momento aveva portato l'aria di Torino a essere ripetutamente la peggiore in Italia. La Procura voleva capire cosa fosse stato fatto e cosa si sarebbe potuto fare per tutelare la salute dei cittadini. L’inchiesta era partita nel 2017 per "inquinamento ambientale": un ecoreato entrato in vigore nel maggio del 2015. Il fascicolo era stato aperto dopo l'esposto presentato dall'avvocato Marino Careglio per conto di Roberto Mezzalama, Presidente del "Comitato Torino Respira". Sempre nel 2021, pochi mesi dopo gli avvisi di garanzia, la Giunta Regionale approva la Delibera - in sintonia con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - che anticipa la stretta sui diesel Euro 5 dal 2025 al 2023. La decisione, quindi, risale a due anni fa. Ma in Italia è buona tradizione affrontare i problemi all’ultimo momento. Nel luglio di quest’anno la Procura di Torino ha chiuso le indagini e ben sette ex amministratori rischiano il rinvio a giudizio: Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte fino al 2019; Alberto Valmaggia, assessore all'ambiente nella sua giunta; Piero Fassino, sindaco fino al 2016, con l'assessore alle politiche ambientali Enzo Lavolta; Chiara Appendino, sindaca di Torino dal 2016, con le due figure che si avvicendarono nella carica di assessore alle politiche ambientali, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia. La posizione del Presidente Cirio viene stralciata: è arrivato dopo. La contestazione si riferisce a un periodo di tempo che termina nel 2019.

La notizia esce a fine agosto ed è caos

Casualmente a fine agosto si diffonde la notizia del blocco delle auto Euro 5, deciso due anni prima e di cui nessuno aveva mai discusso, ed è subito pandemonio. Il nodo vero è che l’Esecutivo Regionale non aveva alcuna scelta, stretto nella morsa tra le condanne dell’Unione Europea e le indagini della Magistratura. Per intenderci, gli ex amministratori rischiano una condanna pesantissima e, soprattutto, migliaia di cause per il risarcimento dei danni. Mentre le condanne della UE porteranno a sanzioni pecuniarie astronomiche che, se gli amministratori coinvolti fossero condannati, potrebbero essergli imputate dalla Corte dei Conti. Insomma, una situazione che imponeva estrema prudenza. Per questo motivo la Regione ha adottato le restrizioni alla circolazione degli Euro 5. Una decisione presa per migliorare la qualità dell’aria, per ridurre il PM10. Nessuno può accusarla di avere omesso alcunché. La responsabilità di aver fatto slittare queste norme alla fine è del Governo, che nel Consiglio dei Ministri ha rinviato al 1° ottobre 2024 il blocco delle vetture diesel Euro 5. In definitiva la Giunta Regionale non si è rimangiata nulla, il Governo ha aiutato i cittadini e le imprese a tirare avanti ancora un anno e voi avete dodici mesi di tempo per cambiare la macchina. Non illudetevi che la cosa slitti oltre quella data: la Magistratura e la UE punteranno gli occhi anche sulla decisione presa dal Governo e il prossimo anno non ci saranno più scuse.  

Giovanni Drogo

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