Ricerca Petrolio Shell anche nel Vercellese

Presto potrebbero partire le prospezioni con tecniche passive, vibratorie ed esplosioni.

Ricerca Petrolio Shell anche nel Vercellese
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Ricerca Petrolio Shell anche nel Vercellese. Richiesta al Ministero la procedura di VIA per una campagna di prospezioni.

Ricerca Petrolio Shell anche nel Vercellese

Shell Italia E&P ha inviato al Ministero dell’Ambiente la documentazione e lo Studio di Impatto Ambientale necessari per attivare il procedimento di VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Questo per ottenere l'autorizzazione per l’indagine geofisica nell’area del permesso di ricerca di idrocarburi denominato “Cascina Alberto”. L'ambito territoriale copre oltre 460 km² e ci riguarda da vicino perché vi è compresa la provincia di Vercelli, insieme a quelle di Biella, Novara e Varese.
Per cui nei prossimi mesi, anche nel Vercellese dovrebbero partire delle “prospezioni”.

Non si tratta di trivelle

Non si tratta delle odiate trivelle come ad esempio già avviene a Carpignano. La società in sintesi ha stabilito le modalità per l'effettuazione delle sue indagini ed il Ministero dovrà dire se rispettano o meno l'ambiente.
“Obiettivo della campagna di indagine geofisica è verificare la presenza delle condizioni geologiche adatte alla formazione e all’accumulo di idrocarburi e di fornire dati utili a valutare l’eventuale proseguimento delle attività di ricerca, previa autorizzazione dei competenti Ministeri”.
Si tratta di “attività non invasive, realizzate con tecniche 2D e di rilievo sismico passivo. In tal modo sarà possibile raccogliere dati sulla struttura geologica del sottosuolo che consentirà di identificare la presenza di formazioni rocciose che potrebbero contenere giacimenti di idrocarburi non ancora conosciuti e/o di rivalutare quelli che non erano stati considerati in passato.

Verifica di esistenza di giacimenti

Questo consentirà di valutare l’opportunità di effettuare ulteriori attività di verifica. Sempre finalizzate a stabilire se vi siano dei giacimenti. Questi potranno che potrà essere "coltivati" (cioè arrivare all'estrazione con le trivelle, solo a fronte di un adeguato potenziale economico. Inoltre solo se sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Una volta avuto il via le indagini dureranno massimo 4 mesi.
Lo studio completato da Shell e inviato al Ministero ha tenuto conto dei 110 incontri (di cui 75 in Piemonte) voluti per incontrare istituzioni come i comuni e rappresentanti della società civile, in tutto sono state ascoltate 220 persone.

La scheda del permesso "Cascina Alberto"

Il permesso di ricerca Cascina Alberto si estende su un’area di 462 km2 in due regioni (Piemonte e Lombardia) e quattro Province (Biella, Novara, Vercelli e Varese).

Il progetto in questione riguarda la fase iniziale del processo esplorativo, la cosiddetta indagine geofisica il cui obiettivo è analizzare le caratteristiche geofisiche delle stratificazioni geologiche.

La metodologia consiste nella generazione e registrazione di onde elastiche che vengono riflesse dalle varie formazioni geologiche. Due le tecniche normalmente utilizzate per questo tipo di indagini, a seconda della profondità e della natura della superficie nell’area interessata:

  • Tecnica “vibroseis”: le onde elastiche vengono prodotte facendo vibrare una massa di una certa dimensione e trasmettendo le vibrazioni al suolo;
  • Tecnica con micro-carica esplosiva: le onde elastiche vengono prodotte detonando una piccola carica piazzata in un foro effettuato nel terreno.

Vibrazione e cariche esplosive

La selezione del tipo di tecnica da utilizzare dipende da vari fattori relativi sia al “bersaglio” geofisico sia alle caratteristiche ambientali, fisiche e sociali dell’area di indagine. In particolare, la tecnica vibroseis verrà utilizzata ogniqualvolta le condizioni del terreno saranno adatte e l’accesso dei camion vibroseis sarà possibile.

La tecnica con micro-carica esplosiva sostituirà pertanto quella vibroseis solo in aree in cui non sia possibile fare altrimenti.

La tecnica "sismica passiva"

Oltre alle tecniche suddette, lo Studio di Impatto Ambientale all’esame del Ministero contempla anche una terza tecnica.

E' la cosiddetta “sismica passiva”. In sintesi, si tratta di una tecnologia innovativa e migliorativa, che prevede il posizionamento sul terreno di piccoli sensori (geofoni) atti a registrare passivamente le vibrazioni del suolo dovute sia a cause umane che naturali.

Questa tecnica consiste nella registrazione passiva di dati, non ha bisogno di alcuna energizzazione esterna e non produce emissioni nè sonore nè ambientali.

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