Quando a Vercelli l'Alfa Romeo era "Bertinotti"
Le favolose auto del Biscione splendevano nelle vetrine di via Oldoni e a venderle era un vero gentleman

Chi ha doppiato gli “anta” e ama le belle macchine ricorderà sicuramente la grande vetrina all’angolo tra le vie Durandi e Oldoni. Quello che da anni è un elegante negozio di arredi per negozi, bar e uffici, negli anni 60, 70 e 80 ospitava la concessionaria Alfa Romeo Bertinotti e in quell’esposizione che si alzava di tre gradini rispetto alla strada, si potevano ammirare le bellissime Giulia e Alfetta in tutte le loro versioni, le iconiche sportive “Sprint”, “GT” e “GTV”, le più popolari Alfasud e l’ammiraglia Alfa 6. Attorno a queste vetture, un’altra presenza iconica: Luigi Bertinotti, per tutti il “signor” Gigi, voce profonda, educazione d’altri tempi, baffo elegante e stile da lord inglese con il foulard ascot al collo e l’onnipresente pipa.
Quella foto dell'archivio di Guido Tassini

Ebbene, nell’archivio dei lavoro di Guido Tassini, cui il nostro giornale dedica una bellissima intervista a pagina 17 del 24 febbraio 2025, è spuntata la foto di un furgone Alfa Romeo F12 che lo stesso Tassini preparò con le grafiche Bertinotti.
Alfa Romeo negli anni 60 era un costruttore di auto superiori alla media come stile, tecnologia e prestazioni senza essere socialmente irraggiungibili. Possedere un'Alfa significava dichiararsi un conducente che amava la bellezza e la velocità che allora non erano caratteristiche di tutte le auto. In via degli Oldoni, oltre all'esposizione con i modelli che all'epoca catturavano la fantasia dei ragazzi e di tanti adulti, c’era l'officina ordinata e pulita e il ricovero delle auto da consegnare e degli usati, i meccanici con la tuta azzurra con il marchio Alfa. La Bertinotti rimase sulla breccia anche negli anni 70 quando la crisi petrolifera colpì duro il settore auto (come dimenticare le domeniche con le targhe alterne...). Vi rimase grazie a Gigi Bertinotti e alla sua famiglia, una famiglia per bene.
Non aveva un approccio aggressivo, ma riusciva a spiegare e a convincere chiunque della qualità del suo prodotto e delle sue auto. Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo anche fuori dal contesto lavorativo, porta ancora oggi un bellissimo ricordo che, come nel caso di chi scrive, lo riporta agli anni della giovinezza, gli anni più belli.
Il suo nome divenne ancora più conosciuto nell’ambiente sportivo, dello sci in particolare: il Trofeo Bertinotti, che si svolse per tanti anni a Gressoney. In questo mondo i ricordi si moltiplicano e ci vorrebbero tanti numeri per snocciolarli tutti, ma la cosa più importante è che negli anni il trofeo diventò un grande appuntamento per i vercellesi, facilmente paragonabile ad altre manifestazioni cittadine anche più facili logisticamente, e, nonostante l'evento fosse una gara a tutti gli effetti, alla fine diventava una festa per tutti.
Il Trofeo Bertinotti di sci alpino
Sul livello tecnico, pur non essendo una competizione federale, basta guardare l'albo d'oro degli anni '70, con il campione del KL Umberto Giardini, il giovane campione Cantone e mai dimenticato Alessandro Casse. E Gigi, sempre sul ponte di comando e, da appassionato di sci, sempre soddisfatto della sua “creatura”. La squadra vercellese partecipò alle finali nazionali del Trofeo Alfa Romeo Fischer Ski che culminò con la vittoria assoluta di Loredana Romano. Gigi Bertinotti con la moglie e la figlia Valeria c’erano e regalarono a tutti gli sciatori presenti una medaglia ricordo.
Quanti bei ricordi...
Gianni Gandolfi
vero