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Pos obbligatorio da gennaio: i problemi e le soluzioni

Previste sanzioni per chi rifiuterà i pagamenti elettronici, anche per le piccole transazioni.

Pos obbligatorio da gennaio: i problemi e le soluzioni
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Dite addio al contante adoperato per le piccole transazioni: con l’anno nuovo si potrà infatti esigere di pagare qualsiasi importo tramite la carta di credito o il bancomat, senza che il commerciante possa avanzare riserve a riguardo, pena la multa. Dal 1° gennaio scatteranno infatti le sanzioni per quei negozi ed esercenti che rifiuteranno il pagamento tramite carta, come vuole una fra le numerose norme del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Si tratta di una svolta quasi storica per l’Italia il cui obiettivo è quello d’incentivare l’uso dei mezzi di pagamento tracciabili e di combattere l’evasione fiscale, ma la domanda sorge spontanea: funzionerà davvero?

Il problema visto dal punto di vista dei commercianti

Il provvedimento introduce, per quei commercianti e professionisti riluttanti ad adoperare il “pos”, una sanzione pecuniaria fissa di trenta euro, alla quale poi si aggiunge il 4 percento del valore complessivo della transazione… Le commissioni bancarie sui pagamenti elettronici, tuttavia, non sono state ridotte e ciò rende molto concreto il rischio che a rimetterci siano i commercianti stessi che, anche sulle piccole transazioni, devono comunque versare alla propria banca un canone importante. In città sono in molti che, a partire dall’anno prossimo, rischiano d’incorrere in multe se non provvedono a procurarsi un sistema che consenta i pagamenti elettronici, questo almeno secondo Germana Fiorentino, direttrice della Confesercenti per la provincia di Vercelli: «C’è ancora - spiega - un 20% abbondante di commercianti che tuttora non ha il “pos” e che quindi dovrà provvedere prima della fine di quest’anno se non vuole incorrere in multe nel 2022. Questa misura sembra essere al passo con i tempi in cui viviamo, tempi che favoriscono sempre più l’uso dei pagamenti elettronici, ma non è del tutto a punto. Anche se il governo ha previsto un credito d’imposta del 30% per incentivare l’uso dei “pos”, le commissioni bancarie rimangono ancora troppo alte».

Le possibili soluzioni

«Si potrebbe pensare - riprende Germana Fiorentino - di aggiungere alla norma una somma minima sotto alla quale queste commissioni non dovrebbero valere: ciò gioverebbe molto ai commercianti che altrimenti non guadagnerebbero niente nelle piccole transazioni». Di questo parere è anche Andrea Barasolo, direttore di Ascom Vercelli: «Sotto una certa soglia - concorda - le commissioni dovrebbero essere almeno ridotte, se non addirittura eliminate. Questa norma ha una sua logica, ma bisogna renderne ragionevole l’applicazione. Per il 2020 in Italia le commissioni sulle transazioni sono state in media dell’1,1% mentre in Francia dello 0,7% e in Spagna del 0,6%… In altri Paesi europei sono ancora più basse. Per incentivare veramente i mezzi di pagamento tracciabili bisogna renderli convenienti per tutti, non basta introdurre sanzioni».

Le "app" di pagamento

In questo contesto s’inseriscono le numerose “app” di pagamento che riducono le commissioni d’incasso e che sono sempre più in voga (soprattutto fra i giovani). Una di queste è Satispay, l’applicazione più diffusa a livello nazionale che permette di pagare nei negozi, acquistare servizi e scambiarsi denaro in modo smart e conveniente. La ragione del successo riscontrato presso i commercianti sono le commissioni infinitamente più basse rispetto a quelle pagate alle banche: per transazioni sotto i dieci euro, infatti, non è prevista alcuna commissione, mentre per quelle superiori c’è un canone fisso di venti centesimi. Di sicuro c’è una bella differenza rispetto alle percentuali bancarie legate ai tradizionali “pos” a cui i commercianti ricorrono quando un cliente paga con il bancomat o la carta di credito… A maggior ragione con le probabili multe in cui rischiano d’incorrere con l’anno nuovo, le applicazioni come Satispay costituiscono un piccolo aiuto e un vero incentivo per quei commercianti che altrimenti sborserebbero un capitale per piccole transazioni.

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