Salute

Osat Trino: ancora tumori e leucemie per gli ex dipendenti Prolafer

Aggiornati i dati dell'Osservatorio trinese al dicembre 2021

Osat Trino: ancora tumori e leucemie per gli ex dipendenti Prolafer
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Nella foto in evidenza il grafico dell'andamento delle patologie in base agli aggiornamenti del monitoraggio epidemiologico sugli ex occupati Prolafer,

L’osservatorio socio ambientale trinese (Osat) aggiorna i dati dei monitoraggio epidemiologico sugli ex addetti di siti produttivi trinesi attivi tra gli anni 60-80, oggi in gran parte dismessi.

Nell'aggiornamento al dicembre 2021 si vede molto bene dal grafico che ci sono sostanzialmente in maggioranza valori a salire e non a scendere, a testimonianza di un effetto a lungo termine fra gli esposti all'ambiente di lavoro della ex Prolafer, che perdura ancora.

Un caso di cui si è occupata anche la magistratura

L’impianto su cui si concentrano i nuovi dati appena diffusi dall’Osservatorio riguardano “Prolafer”, un sito i cui effetti sanitari e ambientali sono stati tristemente dimostrati da diversi studi, e di cui si è occupata anche la magistratura, che come perito ha scelto il dottor Christian Salerno, ovvero lo stesso ricercatore dell’Osat il quale afferma: «Si è proceduto ad un aggiornamento della coorte occupazionale i cui dati erano fermi a dicembre 2015, aggiungendo i decessi fino a dicembre 2021 per valutare eventuali variazioni epidemiologiche di tassi di mortalità per le diverse cause di morte. Complessivamente sono stati inseriti 29 nuovi decessi con maggior incremento a carico dell’apparato cardiovascolare (+10), respiratorio (+3) e leucemie (+2), escludendo un singolo decesso ritenuto estraneo alle cause ambientali».

Gli incrementi registrati

Dopo l’aggiornamento lo studio epidemiologico sugli occupati ex Prolafer mostra i seguenti incrementi.
Apparato respiratorio, più 2% e significatività al 90%;

Disturbi psichici con incremento del 39% e significatività al 95%; Leucemie il cui rischio aumenta di circa il 90% con conferma del 95%;
Neoplasie del colon retto il cui indicatore di rischio cresce del 12% e confermato dal test al 90%; Neoplasie del sistema nervoso il cui SMR incrementa del 34% e significatività al 95%; Totali neoplasie oncoematologiche il cui valore si accresce del 29% e confermato al 95%;

La valutazione dell'epidemiologo

«Si tratta - sottolinea Salerno - di una situazione epidemiologica e sanitaria sostanzialmente sovrapponibile a quella osservata nel lavoro peritale del 2016: al netto di alcuni incrementi/riduzioni dei rischi di mortalità (SMR), sono confermati i numerosi eccessi statisticamente significativi sia per patologie oncologiche che non. Meritevoli d’attenzione , specialmente in ambito tumorale, è l’accrescimento dei rischi per leucemie, tumori del colon-retto, totale neoplasie onco-ematologiche e neoplasie cerebrali soprattutto nell’ottica che tali sedi oncologiche risultano in eccesso anche nella popolazione generale trinese, non solo residente vicino a ex impianti insalubri. Persiste un robusto incremento di oltre il doppio rispetto l’atteso, per le neoplasie polmonari sostenuto da un congruo numero di casi osservati: tale causa di decesso dovrebbe essere oggetto di uno studio caso-controllo al fine di valutare il ruolo del fumo di sigaretta per comprendere in tale modo il “peso/ruolo” delle esposizioni occupazionali rispetto a quelle voluttuarie nei soggetti ove presenti.

Patologie oncologiche predominanti negli over 80

Le analisi dei rischi di mortalità per fasce di età sia in termini di mortalità totale generale che oncologica confermano un quadro epidemiologico ancora abbastanza compromesso: in particolare è emblematico come nei soggetti over 80 la patologia oncologica risulta essere predominante (quando invece lo dovrebbero essere ad esempio le patologie croniche come Alzheimer, accidenti cardiaci ecc) a conferma di esposizioni ingenti e di latenze che tardano, ad oggi, ancora ad esaurirsi. Si auspica nel proseguo dell’osservazione temporale, invece, la conferma di riduzione dei rischi di mortalità nelle fasce più giovani probabilmente “protette” da pochi anni di esposizioni e di vita occupazionale all’interno del sito».

Dati preoccupanti

Sono dati nel complesso preoccupanti e che fanno riflettere sulle conseguenze a lungo termine di determinati impianti industriali su chi vi ha lavorato e potenzialmente anche sui residenti di prossimità. Senza organismi come Osat queste criticità non emergerebbero e dunque si dimostra lungimirante il sostegno dato dal Comune negli anni all’Osservatorio.

Le tabelle

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