MISTERI DEL VERCELLESE: Le ombre alla Madonna delle Vigne

Curiose "presenze", ma solo sulle foto, di un fotografo che si è divertito a scattare un servizio di notte alla Madonna delle Vigne, ma poi...

MISTERI DEL VERCELLESE: Le ombre alla Madonna delle Vigne
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Curiose "presenze", ma solo sulle foto, di un fotografo che si è divertito a scattare un servizio di notte alla Madonna delle Vigne, ma poi...

Visto il gradimento di precedenti puntate sui misteri del Vercellese riproponiamo l'articolo pubblicato sull'edizione cartacea di lunedì 5 giugno. Si tratta del racconto di un fotografo che dopo aver scattato un servizio con modelli, di notte alla Madonna delle Vigne, area di Lucedio per capirci, senza aver avvertito alcuna presenza o disturbo durante il "set", ha poi scoperto che nelle sue foto c'erano strane ombre sui muri a forma di figure umane o anche più sinistre, andato a controllare sul posto ha però verificato che nei punti dove nelle foto ci sono le "presenze" in realtà non vi sono macchie o graffiti di nessun tipo... Un mistero che avrà un seguito ancor più sorprendente sul prossimo numero del giornale. Ecco intanto ciò che è già uscito.

«Dopo aver letto su Notizia Oggi Vercelli un servizio sui misteri del Vercellese, in particolare sulla zona di Lucedio, mi è venuta l’ispirazione per un progetto fotografico in stile horror... che poi abbiamo girato di notte alla Madonna delle Vigne».
Così esordisce il 42enne Roberto Fontana di Tronzano, fotografo professionista, che ha scelto la notte come suo habitat naturale... non la notte dei fantasmi, ma quella adrenalinica e godereccia delle discoteche e degli eventi... «Giro i locali di mezza Italia ed Europa e non ho purtroppo molto tempo per le foto artistiche...» commenta e poi torna sull’argomento principale.
«Mi è sembrato simpatico provare quest’esperienza... così una notte ci siamo stati, io con Carola Guizzardi di Arro, Salussola e Fabrizio Boni di Crova, più un’altra ragazza che però non vuole apparire, hanno fatto da modelli. Il posto è in rovina, di nuovo completamente agibile, dopo che anni fa l’avevano chiuso. Fa davvero dispiacere che un bene artistico di questo valore non sia stato restaurato... Ma per noi era l’ambientazione perfetta. Abbiamo ricostruito la nota leggenda dello “spartito del diavolo”, cercando di ottenere un effetto un po’ in stle “Nosferatu”. Ne è uscito un lavoro fotografico che è piaciuto molto a Giuseppe Grolla del club “Controluce” di Vercelli dove l’abbiamo presentato in una serata».
Sono immagini enfatizzate in post-produzione con contrasti molto forti, che giocano con le pose e gli sguardi dei modelli, che si sono ben calati nella parte di creature dell’occulto impegnate in traffici pericolosi con il sovrannaturale.
E poi avete avuto una sorpresa, vero?
«Sì, sulle prime non ci avevo fatto caso, ma in molti scatti compaiono delle forme sui muri e le colonne, dai contorni umani oppure di esseri con le ali Me lo ha fatto osservare Giuseppe. Pensavo che fossero dei graffiti che sul momento non avevo notato, così sono tornato alla chiesa per vedere se c’erano, invece no. Quelle ombre non sono legate a segni visibili. Non sono un cacciatore di fantasmi e non traggo conclusioni, ma quasi tutte le persone che vedono queste foto sono concordi nel vedere, ad esempio, una coppia uomo-donna, lui sagoma nera, lei sagoma bianca con il contorno di un seno ben visibile».
In un altro scatto sembra librarsi in alto un angelo/demone con le ali.
Ma non avete avuto un po’ di timore a recarvi lì di notte?
«No, avevamo scartato in partenza il tempio di Saletta proprio per evitare di andarci a mettere nei guai... invece alla Madonna delle Vigne è andato tutto liscio, non abbiamo avvertito traffici strani e “presenze”...».
A chi scrive fa piacere che si sia messa in movimento una bella storia di creatività in seguito alla serie di pezzi sui misteri del Vercellese. A cui ora si aggiunge questo nuovo...
Gian Piero Prassi

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