Giuseppe Misia, un pezzo di storia dell'artigianato vercellese
Ripubblichiamo un pezzo del nostro direttore Daniele Gandolfi al momento in cui disse addio alla Confartigianato

L'addio a un grandissimo del nostro sistema economico nelle scorse ore. Giuseppe Misia, 89 anni, storico direttore di Confargianato Vercelli.
Per dare un'idea della portata del personaggio riportiamo una bella intervista che il nostro direttore Daniele Gandolfi gli fece otto anni fa quando lasciò la guida dell'ente di corso Magenta al novarese Amleto Impaloni, erede più che degno del timone di Confartigianato.
«Adesso siete tutti qui per farmi la festa e non vedete l’ora che me ne vada... Ma di strada insieme alla nostra Unione ne ho fatta tanta ed è difficile oggi lasciare questa sedia». Anche nel giorno dei saluti Giuseppe Misia non ha perso la sua debordante verve, una simpatia a tratti irresistibile che taglia alla perfezione un personaggio davvero leggendario per il nostro territorio e per la sua economia.
Giovanissimo ultra80enne Misia lascia la direzione della Confartigianato dopo ben 56 anni di lavoro e 53 da direttore: lascia a uno dei suoi adepti, al novarese Amleto Impaloni che una trentina d’anni fa apprendeva i segreti del mestiere alla sua scuola e che da oggi dirigerà la nuova Confartigianato di quadrante che oltre alla realtà di Vercelli comprenderà anche quelle di Novara e Verbano Cusio Ossola. Ma se oggi Confartigianato Vercelli può spiccare questo salto nel futuro lo deve in toto a Giuseppe Misia, alla sua instancabile dedizione al lavoro e al grande rispetto riservato allo staff in decenni di opera gomito a gomito. E nel salutare, Misia ha ricordato tutti coloro che hanno lavorato con lui, chiosando con un ringraziamento particolare a Luigi Crosta, funzionario di rare doti di serietà e dedizione alla causa che in 31 anni di collaborazione gli ha fatto spesso da alter ego. «Da oggi il geometra Crosta sarà il punto di riferimento per tutti i nostri artigiani vercellesi - ha detto Misia - lui conosce alla perfezione il tessuto delle imprese e sarà di appoggio per tutti».
Correva il 1961 quando il 24enne Misia varcava per la prima volta la soglia dell’allora Unione Artigiani. Dopo un’esperienza come operaio comune alla Châtillon era stato assunto con uno stipendio di 50mila lire al mese. «Al tempo eravamo appena in tre ma nel giro di tre anni gli associati erano già saliti a 850». Per Vercelli quelli erano gli anni della rinascita dopo le difficoltà della ricostruzione dopo la Guerra. Gli artigiani non smettevano mai di lavorare e col tempo quel giovanotto che chiamavano «Pinuccio» per il suo caratter gioviale era diventato per loro un punto di riferimento. Stava nascendo in loro lo spirito associazionistico nel nome del motto «L’unione fa la forza».
In pochi anni quegli 850 soci, sotto la direzione di Misia, sono diventati più di duemila e l’Unione di Vercelli è diventata la prima per numero di associati a livello provinciale. Nel frattempo, parafrasando Celentano, «Il ragazzo ne ha fatta di strada...». Direttore dal 1961 dell’Unione Artigiani. l’ha rappresentata per oltre 20 anni in seno dal Cda della Camera di Commercio di cui è stato membro di giunta e vice presidente. Non solo, Misia è stato anche presidente della Commissione Regionale Artigianato, consigliere di amministrazione dell’Inapa di Roma, presidente di Confartigianato Formazione e vice presidente di Artigiancassa Piemonte. Inoltre, Misia è giornalista pubblicista, consulente del lavoro e membro del consiglio della Fondazione Cassa di Risparmio. «Segreti? Nessuno. Nel lavoro ho sempre messo tanta buona volontà. Il resto l’ha fatto il Padre Eterno che mi ha seguito passo dopo passo. Dal 1961 a oggi sono cambiate tantissime cose, tutto praticamente. Il mondo si è capovolto. Noi siamo stati i primi a gestire i movimenti dell’artigianato locale cinque anni dopo l’introduzione della legge che lo andava a regolare. In quel momento per la prima volta si iniziò a parlare di pensioni e previdenza sociale anche per le imprese dell’artigianato. Oggi facciamo i conti con imprese che chiudono perché non vengono pagate dai committenti e con i contributi camerali che mancano da due anni». Patate bollenti che ora passano nelle mani del nuovo direttore Impaloni e di una Confartigianato di tre province. Una realtà forte di 75mila imprese e un fatturato superiore ai 13 miliardi di euro. Al fianco di Misia per i saluti c’erano il presidente e amico Roberto Forte, Silvano Berna di Confartigianato Piemonte e Adriano Sonzini, presidente di Anap Piemonte (pensionati). Roberto Forte ha messo l’accento sull’importanza del lavoro di Giuseppe Misia negli anni, «un lavoro che ha consentito l’accorpamento con Novara e Verbania». Berna lo ha così omaggiato: «Una persona spigolosa, a volte anche pittoresca, ma bravo a far capire a tutti le esigenze degli artigiani. Nella mia esperienza di segretario regionale ho potuto apprezzare le doti di un uomo che mi ha sempre saputo dare stimoli e che ha scritto la storia dell’artigianato vercellese».