Molestia alle donne

Giornalista palpeggiata: la condanna e le riflessioni di Lella Bassignana

Presa di posizione della referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli

Giornalista palpeggiata: la condanna e le riflessioni di Lella Bassignana
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Nella foto l'episodio di molestie alla giornalista.

E' un caso di cui si parla molto in questi giorni. Durante il recente derby Empoli-Fiorentina la giornalista sportiva Greta Beccaglia, di Toscana Tv, durante le interviste ai tifosi fuori dallo stadio è stata importunata e palpeggiata in diretta da un tifoso.  Leggi i dettagli del caso.

Sul caso arriva la presa di posizione Lella Bassignana, referente del Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli.

Una pesante contraddizione

In campo i calciatori giocano con una ferita rossa disegnata sul viso, una denuncia sociale contro la violenza sulle donne. Fuori dallo stadio, una giornalista che sta facendo il suo lavoro è oggetto dei soliti stereotipi e di molestie durante la diretta di una trasmissione sportiva. Un tifoso, mentre lasciava lo stadio, le si è avvicinato importunandola con gesti sessisti (una pacca sul sedere) riconducibili a vere e proprie molestie sessuali.

"Non possiamo più voltarci dall'altra parte"

Tutte le donne nel corso della loro vita hanno subito in silenzio almeno una volta delle molestie, ma oggi non possiamo più voltarci da un’altra parte o negare il problema, ritenere che la cosa non ci interessi in quanto persone emancipate .

“A 10 anni dalla Convenzione di ISTANBUL - dice Bassignana - firmata a Strasburgo dall’Italia nel mese di settembre 2012 costituisce ancora oggi il trattato di più ampia portata per affrontare il problema della violenza che colpisce le donne. Ha tra i suoi obiettivi il contrasto a tale forma di violenza, la protezione delle vittime, la perseguibilità penale degli aggressori e riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione.
Questo è un elemento rivoluzionario: il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione.

Discriminazioni parte di un sistema

Discriminazione e violenza contro le donne, fenomeni strettamente legati tra di loro, parte di un sistema che ha radici profonde e si manifesta spesso con oppressione e controllo della vittima uniti stereotipi di genere.
Oggi non basta condannare la violenza di genere, non possiamo fermarci alla superficie del problema, bisogna scavare a fondo per sradicare il fenomeno, contrastarlo, risolvere i suoi danni fisici, sessuali, psicologici, economici e prevenirne di nuovi.”

Le tante forme di molestie

Non ci possono essere molestie accettabili o di serie B per restare in tema calcistico.
“Stiamo parlando di Catcalling - prosegue Lella Bassignana - di molestie di strada, come fischi e apprezzamenti di cattivo gusto. Non possiamo accettarli ritenendoli “solo complimenti”, perché un complimento non fa sentire a disagio, non spaventa, non ti costringe a cambiare modo di vestirti.
Sono un retaggio del passato e devono sparire. Oggi è necessario reagire, far capire all’uomo che quello che per lui è “uno scherzo” per la donna è fonte di disagio, non la lusinga, la fa stare male. In altri Paesi il catcalling è perseguibile per legge, purtroppo non lo è in Italia.”

Prendere posizione aiuta

Per questo è necessario andare oltre il senso comune, bisogna insegnare e imparare a prendere posizione quando si è vittima o testimone di un atto di molestia, ma nello stesso tempo sollecitare l’universo maschile a cambiare e imparare a creare relazioni sane.

“La decisione del Questore di Firenze, sottolinea Lella Bassignana, è stato un chiaro segnale di cambiamento, perché è troppo semplice chiedere scusa. Terrei a dire che non solo una donna non si molesta ma non sono ammissibili giustificazioni o derubricare il gesto a goliardia”

“Nessuno ha il diritto di toccare una donna senza il suo consenso - afferma Mimma Caligaris Presidente nazionale della CPO della Federazione Nazionale della Stampa - in nessun contesto, e nessuno deve sentirsi legittimato a cercare attenuanti, alimentando stereotipi di cui è ancora ammantata l'informazione, anche quella sportiva.”

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