Economia

Svolta "green" a Santhià con l'impianto agrivoltaico

L' impianto produrrà 126 Gwh all'anno per un risparmio di 23.562 tonnellate di petrolio

Svolta "green" a Santhià con l'impianto agrivoltaico
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Svolta green per Santhià grazie a un progetto che porta con sè l'idea di produrre energia “green” e dall'altra la volontà di legarsi con le colture del territorio per accrescerle, migliorarle e con l'obiettivo di portare qualche innovazione nel settore. Partendo dai dati energetici questo impianto produrrà 126 Gwh all'anno per un risparmio di 23.562 tonnellate di petrolio annue riducendo così le emissioni inquinanti capaci di modificare, a lungo termine, il clima.

Il sito si sposerà con il contesto agricolo presente

“Ma la vera novità- spiega la sindaca Angela Ariotti – sta nell'inserimento di questo sito in un contesto agricolo già presente”. La superficie del progetto è di circa 103 ettari, mentre l'area coltivata sarà di circa 134. “La componente agro-ambientale prevede l'attività agricola con rafforzamento della filiera agricola e ambientale locale attraverso la coltivazione di un erbaio per la produzione di foraggio su una superficie di circa 50 ettari oltre alla coltivazione di soia e frumento tenero in rotazione, su una superficie di circa 70 ettari, gestiti secondo i principi dell’agricoltura conservativa” precisa il primo cittadino. Ma il progetto si lega al territorio anche attraverso l’installazione di 100 arnie per la produzione di miele in tre punti specifici di questo impianto, senza dimenticare la realizzazione di un allevamento di lumache, in questo caso su una regione più limitata (vale a dire due ettari di terreno). “In questo senso- spiegano dall'amministrazione comunale - è interessante vedere come vi sia una volontà di investimento in un settore già conosciuto, ma non totalmente sfruttato nel territorio, vale a dire quello dell'apicoltura. Invece ben venga l'allevamento di lumache: una vera attività innovativa che potrà portare all'attivazione di un'economia di filiera”. A contorno di quest'area agricola- energetica vi sarà la messa a dimora di piante autoctone, al fine di creare una fascia di protezione verso l'esterno. “ A fine vita- conclue Ariotti - l’impianto verrà totalmente smantellato e rimosso con il conseguente recupero del sito, nel quale verrà mantenuto l’utilizzo agricolo, probabilmente con addirittura una fertilità maggiore rispetto a quella odierna e con una attività zootecnica già avviata”. Attualmente il progetto, presentato da EG Edo Srl di Milano, è in fase di Valutazione di Impatto Ambientale in quanto, tra l'altro, ricade parzialmente, per la sola parte relativa ad una piccola porzione del cavidotto interrato, all’interno di un’area naturale protetta, e ai siti della Rete Natura 2000.

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