Non sono amuleti ma simboli di fede e devozione
I preziosi reliquiari del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli non si possono banalizzare.
Nella foto di repertorio una visita guidata al Museo del Duomo di qualche anno fa.
In seguito alla pubblicazione su Notizia Oggi Vercelli e poi sul sito dell'articolo sui "bracciali anti-sfiga" prodotti dall'orafo Alessandro Zorgno la Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare di Vercelli, che detiene nelle sue collezioni molti dei simboli riprodotti sul monile, interviene sull'argomento per sottolineare l'inopportunità di utilizzare tali simboli in modo non appropriato.
"Secoli di fede e devozione"
"Tra gli oggetti, forse, più curiosi esposti nelle sale del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli, i reliquiari medievali racchiudono una molteplicità di storie che si snodano lungo secoli di fede, devozione e tradizioni.
In un momento come quello in cui stiamo vivendo, denso di emozioni, domande e dubbi, ognuno si trova a fare i conti con la propria interiorità e sensibilità. Alcuni dei luoghi in cui ricercare una dimensione individuale, sia essa devozionale o spirituale, hanno visto inevitabilmente la chiusura al pubblico per brevi o lunghi periodi. Immagini e oggetti diventano il mezzo in cui convogliare la propria emotività. Ed è così che riaffiorano alla mente ricordi e affezioni di un passato sicuro a cui ancorarsi, al quale, magari, altre persone per secoli si sono rivolte in cerca di aiuto e conforto.
I reliquiari della Cattedrale
E’ il caso di alcuni reliquiari appartenenti al Tesoro della Cattedrale di Vercelli, oggi conservati nel Museo di Piazza d’Angennes. Custodi di testimonianze tra le più preziose per la Chiesa, il reliquiario con le spine della corona di Cristo, e ancora, la croce argentea in cui si custodisce un frammento della Vera Croce, portata in processione il Venerdì Santo per le vie della città. Ma anche il reliquiario architettonico della Beata Vergine ed altri santi con il suo particolare corallo, le due braccia argentee di san Giacomo e san Giuliano, il prezioso cofanetto limosino dedicata a santa Caterina. Ognuno di essi è portatore di un valore incommensurabile, dove alla devozione di uomini e donne, di una comunità intera, si aggiunge l’importanza universale quali straordinarie opere di oreficeria medievale, di saperi tecnici e di segreti di bottega.
"Non sono cornetti napoletani"
Questi oggetti sono stati liberamente reinterpretati dall’orafo Alessandro Zorgno che ne ha tratto ispirazione per creare ciondoli da indossare, insieme ad altri simboli della città, all’insaputa della Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare.
Considerarli impropriamente amuleti “anti-sfiga”, così come definiti in occasione di un articolo pubblicato sulla vostra testata in data 8 dicembre 2020, alla stregua di corni napoletani, quali creazioni apotropaiche frutto di una qualche scaramantica cultura del passato significa snaturarne le origini e offrire una lettura sbagliata del loro significato. Questi oggetti sacri, sedimentati nella memoria e nel cuore dei vercellesi, sono ancora oggi custodi di fede e devozione, testimoni preziosi di una storia recente del quale tutti siamo eredi e, soprattutto, possessori pro tempore con il dovere di trasmetterli alle generazioni future nel loro pieno, profondo e ricco significato".
Fondazione Museo del Tesoro del Duomo e Archivio Capitolare di Vercelli