Studi sull'amianto: uno scienziato trinese tra le eccellenze
Ruggero Vigliaturo attualmente lavora a Philadelphia.
Il trinese Ruggero Vigliaturo attualmente studia l'amianto e altri materiali pericolosi a Philadelphia. Nella foto di copertina è a destra, insieme a Joe Francisco, suo collega, illustre ricercatore Usa nel campo delle scienze atmosferiche, già nello staff del Presidente Obama.
L'eccellenza scientifica
Da Trino a Philadelphia a studiare l’amianto: è il formidabile percorso che ha fatto il trinese Ruggero Vigliaturo. Dopo aver frequentato il“Sobrero”, a Casale Monferrato, si è laureato in «Scienze Ambientali e Gestione del Terri-torio» all’Università del Piemonte Orientale ad Alessandria. In seguito ha conseguito la laurea “interateneo” in «Analisi e Gestione del Territorio» all’Università di Torino e all’Università del Piemonte Orientale. «In questi anni - spiega Ruggero - ho cominciato a occuparmi di amianto, mettendo insieme un modello meteorologico per capire come le fibre si disperdono nell’atmosfera e depositano. Ho seguito un dottorato in Scienze della Terra e ho iniziato a studiare come le fibre si trasformano all’interno dei polmoni. Ho fatto un periodo di ricerca all’Insitute Néel di Grenoble in Francia e un altro alla Friedrich-Schiller University di Jena in Germania (borsa di studio del Daad)».
L'associazione
«Finito il dottorato ho fondato l’Associazione Era, che si occupa soprattutto di educazione ambientale e di sostenere i nostri giovani: collaboriamo con tutte le amministrazioni e associazioni del nostro territorio e dintorni. Ho fatto il mio primo post-dottorato in Sud Africa,nella University of KwaZulu-Natal a Durban». Lo scorso novembre Vigliaturo è diventato “Falling Walls Alumnus”: eletto a Berlino tra i 100 innovatori Under 35 durante i Falling WallsLab. Ha vinto un Global Grant della Rotary Foundation col quale ha condotto una ricerca di altissimo livello a Ljubljana (Slovenia) all’Istituto Nazionale di Chimica.
Non solo amianto
«In Slovenia ho imparato tecniche utili e uniche, che mi hanno aperto le porte per il mio attuale lavoro a Philadelphia, in Ivy League, alla University of Pennsylvania. Qui ci occupiamo non solo di amianto, ma anche di altri tipi di particelle pericolose, come quelle contenute nella segnaletica orizzontale stradale o prodotte dalla combustione del riso. Le tematiche sono molte e non ci si annoia mai. Quello che facciamo è cercare di capire se il particolato è pericoloso, come può interagire con l’ambiente e l’uomo, e come si trasforma all’interno del corpo, in modo da poterne limitare i danni o revisionare i parametri di esposizione. Abbiamo da poco installato 3 nuovi microscopi elettronici, uno di questi è praticamente unico al mondo al momento. Penso che sia importante, per noi accademici, dare risposte alla società civile e far capire ai cittadini i tanti pericoli ambientali in maniera oggettiva».