Interrogazione parlamentare sull'operato delle forze dell'ordine al sit-in di Arborio
Da parte della deputata del Pd Eleonora Evi. Il gruppo "Galline in Fuga" lamenta il sequestro di acqua e ombrelloni

In seguito alle proteste non autorizzate contro l'insediamento dell'allevamento intensivo di Arborio da parte di alcuni attivisti, proseguite in parte anche a Vercelli e che hanno portato all'emanazione da parte della Questura di Vercelli di 21 fogli di via, giunge notizia di un’interrogazione parlamentare della deputata PD Eleonora Evi nel quale si chiede conto dell’operato delle forze dell'ordine contro sabato e domenica per il sit-in davanti al cantiere dello stabilimento in costruzione ad Arborio.
Lo annunciano le attiviste di "Galline in Fuga" nell'inviare un comunicato in cui ricostruiscono la loro versione dei fatti avvenuti ad Arborio supportata in parte da video.
Sarà compito della risposta all'interrogazione parlamentare chiarire l'operato dellle forze dell'ordine. Ricordiamo che il recente Decreto Sicurezza ha introdotto norme molto più severe per le manifestazioni non autorizzate.
"Ci hanno sequestrato documenti, ombrelloni e acqua"
"Sabato 28 giugno - si legge nel comunicato di Galline in Fuga - è iniziato un presidio pacifico ad Arborio, davanti al cantiere dell’allevamento della ditta Bruzzese. L’intento dichiarato dalle 20 attiviste del gruppo era quello di denunciare la costruzione del maxi allevamento di 275.000 galline ovaiole, della quale la popolazione è venuta a conoscenza solo poche settimane fa, a mezzo stampa. Dalle ore 10 del mattino il gruppo si è recato nei pressi del cantiere con lo scopo di mettere in atto una azione pacifica: un presidio di protesta. Le Forze dell’ordine, arrivate sul posto dopo pochi minuti, hanno ritirato i documenti delle presenti, trattenendoli per 9 ore. Gli agenti hanno sequestrato alle manifestanti gli ombrelloni e l’acqua che avevano, lasciando le attiviste senza viveri sotto il sole di una giornata di fine giugno con 35°C. Una condotta questa, che ha portato una delle attiviste presenti a essere portata in ospedale con l’ambulanza. Per tutto il giorno le forze dell'ordine hanno minacciato lo sgombero, bloccando le persone passanti che giungevano per dare acqua e cibo in solidarietà. Ancora nella mattina di domenica 29 giugno, le forze dell'ordine hanno presidiato la via di accesso al cantiere, minacciando di sequestro dell'auto chiunque si fosse avvicinato per portare viveri in gesto di solidarietà".
"Ritardati i soccorsi a una manifestante"
"Di fronte a questo vero e proprio assedio al sito della protesta, messo in atto dagli agenti per sgomberare le attiviste per mezzo della privazione dei più primari mezzi di sussistenza - il comunicato di "Galline in Fuga" prosegue - le manifestanti hanno anche iniziato uno sciopero della fame, richiedendo agli agenti che fosse chiamato il 118 per la condizione di disidratazione e il caldo che stavano subendo. Dopo aver strappato il telefono dalle mani delle due attiviste rimaste, lasciandole quindi senza possibilità di testimoniare per tutelarsi dai soprusi che comunque stavano avvenendo, hanno ammanettato violentement
e le manifestanti per portarle in questura, ferendole. Un’attivista, in forte stato di malessere, è stata lasciata salire in ambulanza solo dopo l’identificazione forzata. Nonostante le richieste da parte delle attiviste, alla fine della giornata, non c'è stata traccia, nei vari atti notificati, del fatto che le manifestanti siano state private per ore dei viveri, dell'acqua, dei ripari dal sole cocente, come gli ombrelloni, che avevano con sé. Tutte le persone partecipanti a questi due giorni di presidio pacifico davanti al cantiere del maxi-allevamento Bruzzese ora sono libere, ma è stato loro notificato un foglio di via immediato da Vercelli e Arborio della durata di tre anni. È vergognoso il dispiegamento di forze che si sta adoperando per impedire a delle attiviste di esporre l’operato dell’azienda Bruzzese e per difendere il nome di un colosso dell’allevamento intensivo".