Un libro al mese: Eroi del Risorgimento sempre attuali

Giulio Dogliotti recensisce per noi il romanzo "Storia di un memorabile perdente" di Marco Scardigli

Un libro al mese: Eroi del Risorgimento sempre attuali
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Può un romanzo storico che tratta del Risorgimento appassionare, incuriosire ed emozionare come un bel racconto di fantasia? Certamente sì, e con il valore aggiunto che le vicende narrate sono realmente accadute.
Nomi di personaggi e di luoghi che a scuola abbiamo appena trattato di sfuggita o comunque con un’aura quasi di leggenda che poco aveva da spartire con la vita vera, ritornano con concreta chiarezza grazie alle vicissitudini di uomini e donne autentici, di diverse estrazioni sociali, con un unico ideale non ammantato di astratto eroismo, ma di un pervicace denominatore comune: perseguire l’Unità d’Italia.

Trama e realtà storica

L’abilità di scrittura di Marco Scardigli, riesce a coniugare la narrazione con l’informazione storica in modo eccellente, tanto che se la Storia fosse insegnata a scuola, anche a piccoli brani, in modo così avvincente, risulterebbe per tutti un piacere e non un dovere. I fatti raccontati prendono il via dalle Cinque giornate di Milano e si svolgono dal 1848 al 1849. Colpisce la giovane età dei personaggi di questi moti rivoluzionari, a partire dal protagonista che è pure nel titolo del romanzo: Luciano Manara. Appena ventitreenne, ma già sposato con tre figli, Manara, con altri amici, ragazzi ancor più giovani di lui, tutti quanti benestanti e altrettanto motivati, abbandona gli agi e si dedica anima e corpo, con alterne vicende, alla realizzazione dei suoi ideali, che porteranno lui e i suoi uomini a dover affrontare immani sacrifici.

La voce narrante

La voce narrante del romanzo è l’unico personaggio abilmente inventato. Italo, nomen omen, è l’immaginario scudiero che racconta da testimone che sempre accompagna il suo padrone, tutto quanto accade dall’inizio del romanzo a Milano, fino alla fine, a Roma.
Scardigli, da bravo storico e provetto scrittore, con l’indovinato espediente di far riportare a Italo le molte lettere che Manara scrive alla moglie, riesce in poche righe a circostanziare in modo esaustivo, accadimenti e vicissitudini, ma anche sensazioni e stati d’animo del protagonista, che conquistano l’interesse del lettore. Coglie nel segno il proporre alcune parole significative che si troveranno nel paragrafo che segue, questo accorgimento narrativo fa sì che il racconto risulti più stimolante e intrigante, e che induca all’aspettativa della frase anticipata.

Due tipi di eroi...

Consentitemi di spoilerare un po’ citando un brano di questo romanzo che mi ha molto colpito; a un certo punto Italo dice: «In tempo di pace niente è più importante della propria casa e della propria famiglia e a loro è giusto sacrificare ogni cosa. In pace chi uccide viene condannato alla forca e chi entra in casa d’altri e ruba finisce in prigione. In guerra tutto è diverso, anzi, è proprio l’opposto: sei bravo se uccidi, un eroe se ti fai ammazzare. In tempo di guerra chi pensa alla casa e alla famiglia è chiamato codardo…».

Un passo che fa meditare anche ai giorni nostri. A tutti i lettori di Notizia Oggi auguro un buon mese di maggio.

Giulio Dogliotti

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