Ecco perché

A Fontana e Zaia il nuovo Dpcm non piace

"Ignorati i suggerimenti delle Regioni". In particolare, critici rispetto all'affollamento di studenti sui mezzi pubblici e sulla didattica a distanza alle Superiori.

A Fontana e Zaia il nuovo Dpcm non piace
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Motivazioni affini, differenze di stile, ma il leit motiv è che ai governatori delle due principali regioni a trazione Lega, ovvero Lombardia e Veneto, ovvero Attilio Fontana e Luca Zaia, il nuovo Dpcm firmato in nottata dal premier Giuseppe Conte proprio non piace.

Zaia sul Dpcm: "Nessun buonsenso"

“Mi spiace constatare che i nostri rilievi non sono stati accolti, chiedevamo un minimo di buonsenso su alcuni fronti come ad esempio i matrimoni e le attività economiche – ha detto Zaia – Dietro ad ogni restrizione ci deve essere un supporto economico per chi ne viene colpito, il sacrificio deve essere remunerato, invece qui non c’è”.

Sui temi del trasporto pubblico e limiti di capienza, specie in ordine alla situazione scuole, il governatore del Veneto Luca Zaia ha poi aggiunto:

“Ho posto io la questione scuole, non si può non vedere quel che sta succedendo in ottica assembramenti nel trasporto pubblico. Ho chiesto di valutare la didattica a distanza per le ultime classi delle superiori, magari in modalità alternata, visto che non ci sono risorse per aumentare mezzi e corse, ma il ministro Azzolina non ha raccolto lo spunto".

Fontana sul Dpcm: “Regioni ignorate”

Giudizio duro e negativo anche quello del presidente della Lombardia Attilio Fontana. In particolare, lamenta Fontana, non sarebbero affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, nonostante proprio l’inizio delle scuole e dell’utilizzo in massa dei mezzi pubblici sia coinciso con il rialzo della curva epidemiologica delle ultime settimane.

“Verifico che poco o nulla è stato recepito dal confronto tra i governatori dal quale erano emerse numerose osservazioni e richieste di miglioramento – dice Fontana – Il provvedimento adottato dal Governo, nella versione finale, risulta essere confuso, contraddittorio e in molte sue parti inattuabile. Quindi il giudizio, nel suo complesso, non può che essere negativo”.

Anche il ligure Giovanni Toti in linea

Insomma, sembra che dopo l’ultimo incontro avvenuto ieri fra Regioni e Governo ci si aspettasse qualcosa di più, o comunque di diverso. Identità di vedute su scuola e trasporti fra Zaia e Fontana, ma anche il governatore della Liguria Giovanni Toti ha rincarato la dose:

"Le Regioni, come sempre unite quando riguarda il bene comune, fino all’una di notte hanno discusso il Dpcm con il governo, ma nessuna delle nostre osservazioni è stata recepita e questo non è affatto un bel segnale. Eppure le nostre richieste sono dettate solo dal buon senso".

Pur avendo espresso apprezzamento per la parte sanitaria, per Toti servono interventi per le categorie che ci rimetteranno, rischiando in alcuni casi il fallimento.

"Servono subito misure economiche di compensazione o ci troveremo di fronte ad un disastro".

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